Pellegri, storia di un talento precoce: al Milan per rinascere
Pietro Pellegri è sempre stato un ragazzo abituato a bruciare le tappe nel suo percorso di crescita. Nata a Pegli, in provincia di Genova, comincia a dare i primissimi calci proprio nella Pegliese per poi passare subito al Genoa. Con i rossoblù è riuscito a diventare un calciatore professionista, cominciando dai Pulcini fino ad arrivare in Serie A, dove ha esordito a solo 15 anni e 280 giorni.
Record e precocità
Nulla di nuovo per Pietro, che anche nelle giovanili ha sempre giocato con compagni e avversari più grandi: nel 2016, nella categoria Under 17, Pellegri gioca circa venti partite affrontando avversari classe '99, che hanno, quindi, due anni in più di lui, nato nel 2001. Pellegri non riesce ad andare a segno, ma il suo contributo per la squadra è importante. L’allenatore Chiappini lo schiera nel ruolo di punta centrale o di esterno destro d'attacco e il ct Daniele Zoratto lo rende un punto fermo della sua Under 16.
Forse nemmeno lui si sarebbe immaginato che poco dopo avrebbe giocato la sua prima partita nel massimo campionato italiano: è il 22 dicembre 2016 e in un Torino-Genoa Ivan Juric decide di farlo entrare all’88° minuto al posto di Rincon. Un esordio record visto che, dopo Amedeo Amadei, divenne il più giovane calciatore di sempre a debuttare (record superato da Amey Wisdom nel 2021).
Le lacrime di papà Marco
Un predestinato. Ma i segnali che lo possa essere per davvero continuano ad arrivare. Dopo aver giocato tre minuti contro il Chievo ad aprile 2017, nell’ultima gara stagionale contro la Roma segna anche la sua prima rete, diventando il primo calciatore nato nel XXI secolo a segnare un gol nei cinque maggiori campionati europei. E non si tratta di una partita qualunque, è il match d’addio al calcio di Francesco Totti: “Di quella partita mi ricordo tutto, quando mi sono svegliato, la partenza dall’albergo, il riscaldamento. Vorrei rivivere sempre quel momento” ha poi raccontato Pellegri.
Nella stagione successiva, quella del 2017/18, l'attaccante colleziona 6 presenze e segna due gol alla Lazio. Suo padre, Marco, era il team manager del Genoa e in quell’occasione non riuscì a trattenere le lacrime: “Il giorno che Pietro entrerà al Ferraris con la maglia del Genoa poi potrò anche morire, vorrà dire che ho visto tutto”. Anche in questo caso diventa il calciatore più giovane di sempre ad aver realizzato una doppietta in Serie A.
Il suo idolo è Zlatan Ibrahimovic: "Gli ruberei tutti i gol che ha fatto in carriera" e proprio come per lo svedese arrivano le sirene della Ligue 1. A gennaio il Monaco si interessa fortemente al giovane talento italiano: per assicurarselo, il club del Principato sborserà 20.9 milioni nelle casse rossoblù.
Il "calvario" francese
La sua avventura in Francia, però, fatica a decollare, anche a causa degli infortuni: da quando è arrivato, infatti, ha saltato ben 99 gare per problemi fisici. Per Pietro, in tre anni, solo 2 reti e 23 presenze. Nel 2020 Mancini lo fa comunque esordire in Nazionale, contro l’Estonia, ma il rischio che un giocatore come lui possa perdersi nel cammino della carriera si faceva sempre più alto.
E allora quale squadra migliore del Milan per ripartire: la dirigenza rossonera ha hanno basato la nuova era su un mix tra esperienza e gioventù che Pioli è sempre riuscito a valorizzare e lui sarà collega di reparto niente meno che del suo mito, Ibra. Insomma, in rossonero gli ingredienti ci sono tutti per tornare protagonista e rivivere quelle sensazioni che ora sembrano solo un ricordo lontano.