Chi è Samu Piá, figlio di Jô: cresce con l'Atalanta e ora segna con la 10 dell'Italia

Chi ricorda Joao Batista Inacio Piá? Nato a Ibitinga in Brasile, vestiva la maglia dell'Atalanta - squadra dov'è cresciuto - nei suoi primissimi anni di carriera. Qualche apparazione tra Serie A e B, l'esperienza con l'Ascoli in prestito, prima di andare in C1 dal nuovo Napoli di Aurelio De Laurentiis e aiutarlo nella risalita del club.

 

 

Oggi nel florido vivaio dell'Atalanta c'è un'altra piccola stellina, che sta crescendo come si deve, a suon di gol e riconoscimenti individuali. E Inácio Samuele Piá, figlio di Joao, classe 2008 che, come fece a suo tempo il papà, sta crescendo bene nel settore giovanile bergamasco. Vince premi su premi, non solo di squadra. A metà aprile, ad esempio, è stato nominato - per l'ennesima volta - "miglior giocatore del torneo", in quell'occasione all'ultimo Trofeo Pecci (un noto torneo U14 di Bellaria Igea Marina). Questo è uno dei tanti trofei che ha già messo in bacheca.

 

Tutte queste vittorie, questi gol, questi trofei lo hanno portato a ottenere l'attenzione di tutti nel Paese. Tanto che lo staff dell'Under 15 della Nazionale italiana lo ha subito convocato con l'Italia U15 per la doppia amichevole con la Slovenia lo scorso settembre e, ora, al Torneo di Sviluppo UEFA 2022 in Portogallo. In entrambe le occasioni, ha segnato anche i suoi primi gol.

Chi è Samu Piá

Samuele Piá ha cominciato a quasi 7 anni il suo percorso con l’Atalanta e da quel 2014 ha continuato a crescere nel vivaio del club della sua città, Bergamo, appunto dove partì anche il padre. Il piccolo Samu è sempre stato un ragazzino davvero sveglio, sempre curioso e vivace, a cui piace scoprire ciò che la vita ha avuto da offrirgli finora. Giocherellone e “ballerino”, esuberante, specchio di quello che riporta in campo oggi, a 14 anni.

 

 

D’altronde, il richiamo del pallone è sempre stato fortissimo. A casa c’era sempre qualche pallone a disposizione, oggetto del desiderio più forte, e Samu ci giocava costantemente. All’età di 5 anni, verso la fine del suo periodo all’asilo, ha cominciato la sua prima avventura, dato i suoi “Primi calci”, anche seguendo i suoi coetanei che hanno deciso di fare lo stesso.

Gli esordi del piccolo Samu

Ha cominciato a giocare all’oratorio e in una piccola squadra, la Marigolda, scuola calcio di Curno, frazione dell'hinterland bergamasco, dove comincia a conoscere i primi amici con cui condividere la passione, con cui confrontare il suo talento. Figlio d’arte, sì, ma l’Atalanta l’ha notato anche per i suoi piedi, quelli che metteva in mostra quando raggiungeva il campo dopo la scuola.

 

 

La storia di Samu Pià finora - e ricordiamo, ha solo 14 anni, è nato nel 2008 - più che con l’inchiostro o con i caratteri digitali di un articolo come questo, è stata scritta con i trofei. Bacheche piene, trofei sia di squadra con le giovanili della Dea che anche individuali. E quanti ne sono arrivati di individuali! Una quindicina quelli di “miglior giocatore del torneo”, arrivati in tutti i tornei giocati con la sua Atalanta in giro per la Lombardia e non solo. Papà Joao non ha mai provato a contarli davvero.

 

 

Due idoli, un sogno grande grande

Generalmente Samu parte esterno, anche se in realtà per caratteristiche è un 10 atipico. Non il vero playmaker, magari centrale, che macina gioco, serve gli attaccanti, si inserisce e magari segna. Questo perché è molto più agile e dinamico di un vero e prorio 10 e, come già detto, parte spesso dalla fascia (la sinistra, per accentrarsi e andare sul suo piede, il destro).

 

 

Cresce guardando i video e studiando i suoi due idoli principali: Neymar e De Bruyne. Due giocatori diversissimi, ma che di fatto cerca di coniugare nelle caratteristiche come meglio può - e finora ci è riuscito, fra i pari età s’intende. Dal belga cerca di rubare la visione, l’intelligenza tattica e la velocità di pensiero, ma persegue l’estro e la fantasia di Neymar, il mito che lo spinge a migliorarsi ancora, sempre di più. Sogno? Vincere il pallone d’oro. Insomma, abbastanza ambizioso.

 

 

Un dubbio, poi, ovviamente sorgeva spontaneo: questo piccolo talento italo-brasiliano si sente più “italo” o più “brasiliano”? Il suo senso dell’agonismo è molto italiano, europeo, d'altronde è cresciuto nel Bel Paese, ma nel sangue, anche nel modo di vivere le cose che gli arrivano, è brasiliano e mostra l’entusiasmo tipico sudamericano. Questo può essere un mix letale e, se sfruttato a dovere, in futuro potrebbe farci ammirare Samu Piá su palcoscenici importanti e, vista la novità, chissà che non possa farlo proprio con la Nazionale italiana. Intanto, ha già cominciato a far faville - e gol - con gli azzurrini Under 15: già 3 reti in 3 partite (vinte) proprio in quest'ultimo Torneo di Sviluppo UEFA 2022, appena vinto dall'Italia.

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