Il Non-League Day ci piace

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Sul sito ufficiale si vendono magliette, gadget e quant'altro, come se a giocare fosse il grande United o il glorioso Liverpool. Niente Old Trafford o Anfield, però, perchè in Inghilterra, oggi, i sogni si vivono tra recinzioni arrugginite e campi non propriamente perfetti. Il Non-League Day è al suo sesto appuntamento e ci piace. Dal 2010, durante la pausa di settembre della nazionali, si celebra la giornata nazionale del calcio amatoriale, vero motore di un sistema che genera introiti per miliardi di euro.

E, per una volta, ad avere visibilità sono proprio loro, i calciatori part-time che vivono il calcio solo come hobby. Vanarama National League, Southern League, Ryman League che sia, il 3 settembre 2016 è dedicato a chi di spazio non ne ha per 364 giorni all'anno. E se gli inglesi sono riusciti a rendere estremamente appetibili le loro leghe professionistiche, il Non-League Day è la riprova che in zucca hanno il giusto sale. Un'iniziativa seria, trattata nel modo giusto e pubblicizzata ancora meglio. Basta dare un'occhiata al seguito mediatico che hanno i vari eventi in giro per il Paese, così come sui social network.

L'invito a tornare alle origini suona chiaro: "È ormai parte del calendario calcistico inglese - si legge sul sito ufficiale - ed è utile a promuovere l'importanza del volontariato guidato da una comunità calcistica. Il Non-League Day dà ai fan l'opportunità di sostenere una volta all'anno il loro club locale. Le partite iniziano tutte alle 15, i prezzi dei biglietti sono modesti, si può stare in piedi e bere birra ovunque sui campi. Sarà sicuramente interessante per tutti". E, allora, perchè no: ci piace.

It's @nonleaguedayuk in the UK - the starting place for many #PL stars: https://t.co/qEGiNEhwCL pic.twitter.com/U61esxIb54

— Premier League (@premierleague) 3 settembre 2016

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