Perché il Belgio può vincere i Mondiali

Riposta secca. Scontata. Perché “c’è sempre una prima volta”. Verissimo. Ma non stiamo parlando soltanto per luoghi comuni. Anzi. Il Belgio di Roberto Martinez sta dimostrando di poter davvero far la voce grossa in questi Mondiali. E magari vincerli. A maggior ragione dopo aver eliminato quel Brasile considerato in assoluto la favorita numero uno, almeno fino a venerdì scorso. Ed ecco alcuni motivi per cui i diavoli rossi potrebbero davvero trionfare in questa competizione partendo dal match di stasera contro la Francia a San Pietroburgo.

Gli imbattibili

Non vorremmo tirargliela ma… il Belgio non perde mai. Contando anche le partite giocate finora in questi Mondiali, la squadra di Martinez non finisce ko da 23 gare consecutive: la serie più duratura tra tutte le nazionali partecipanti al torneo anche prima dell’inizio ufficiale. L’ultima sconfitta è datata 1 luglio 2016 ai quarti di finale di Euro 2016 per mano del Galles. Da quel giorno 18 successi e 5 pareggi. Niente male: non è un caso se il ranking FIFA dice Belgio al terzo posto alle spalle di Germania e Brasile. Ma pronto a superarle. Con Roberto Martinez che di certo non vorrà interrompere proprio ora questa serie extra-positiva.



Questione di maturità

Basta parlare di loro come di una squadra talentuosa ma inesperta e non abituata a vincere. È giunta l'ora di invertire il trend perché i diavoli rossi non sono più quei ragazzini di belle speranze dei tempi di Wilmots. Sono cresciuti e maturati ma senza mai snaturare la loro indole giovane e spregiudicata: un mix atomico, calcisticamente parlando. Hanno imparato con i rispettivi club cosa voglia dire vincere e ora tenteranno di farlo con la nazionale. Alla 13esima partecipazione a questa competizione il Belgio vuole arrivare fino in fondo. Dimostrare di aver cambiato marcia dopo le assenze di Germania 2006 e Sudafrica 2010. Di essere diventato grande e di aver imparato dai propri errori dopo le eliminazioni ai quarti di finale sia a Brasile 2014 sia ad Euro 2016, ora che sono approdati in semifinale 32 anni dopo l'ultima volta. Ai tempi non andò come speravano a causa della doppietta di quel Maradona trascinatore indiscusso della sua Argentina campione del mondo a Messico '86. Stavolta, contro Griezmann & Co., vogliono riscrivere definitivamente la storia di questa nazionale che, indipendentemente da come andrà a finire, non dimenticherà mai Russia 2018.



Classe, forza e compattezza

Il Belgio ha tutto. Tutto. Non c’è un reparto in cui la squadra di Roberto Martinez possa definirsi scoperta. Con quest’ultimo che ha potuto addirittura permettersi di lasciare a casa Nainggolan: un lusso per pochi. Quando si ha un portiere tra i migliori al mondo come Courtois; una difesa a 3 fisica ma capace di giocare il pallone composta da giocatori del calibro di Vertonghen, Kompany e Alderweireld e un centrocampo ed un attacco che non hanno certo bisogno di presentazioni è tutto più semplice. Inutile ribadire come sia dalla metà campo in su che i diavoli rossi fanno davvero paura, soprattutto considerando le numerose alternative. Una squadra ordinata e disciplinata, poi. Compatta. Che sa difendersi quando la partita lo richiede e colpire quando c’è da far male (basterebbe riguardarsi il match col Brasile). In tutti i modi. Costruendo gioco o ripartendo a 1000 all’ora in contropiede. Con un attaccante come Lukaku abilissimo a giocare sia da 9 sia di muoversi per favorire gli inserimenti dei compagni. Non solo fisico ma tanta intelligenza calcistica. Con alle spalle un maestro d’orchestra d’eccezione come Kevin De Bruyne capace di collegare centrocampo e attacco come pochi altri al mondo.



La banda del gol

Il designato numero uno a risolvere i match coi suoi gol è ovviamente Romelu Lukaku (4 reti finora) ma la forza di questo Belgio è stata - oltre all’attaccante dello Utd - un’altra: far segnare praticamente tutti. In questi Mondiali ben 9 tra i giocatori dei diavoli rossi hanno messo a segno almeno una rete: un dato quanto meno interessante se si pensa che ad esempio il Brasile ha segnato in tutta la competizione ‘appena’ 8 volte. In questo Belgio fanno gol gli attaccanti ma non solo: Lukaku (4), Mertens, Batshuayi, Eden Hazard (2), Januzaj, Chadli, De Bruyne, Fellaini e Vertonghen. 13 gol in 5 partite: un record che perdurava dal 2002 quando, in quell’edizione dei Mondiali, il Brasile ne segnò addirittura 15. Sappiamo tutti poi come andò a finire... Insomma, in questa squadra può segnare chiunque ed in qualunque momento. Francia avvisata. Pensate ancora che sia così utopistico vedere la squadra di Martinez alzare la coppa per la prima, storica, volta? Che poi, in realtà, i diavoli rossi un mondiale l’avrebbero anche vinto. Stiamo parlando dell’ impresa del 1920, anno in cui trionfarono ad Anversa. Peccato che si trattava di una competizione dilettantistica, una specie di prova generale verso la creazione della competizione che conosciamo oggi, e ciò non passò alla storia come un trionfo visto che i Mondiali veri e propri targati FIFA videro la luce solo nel 1930. Quindi niente stellina cucita sulla maglia rossa. Sognando di poterlo fare ora, 98 anni dopo. In un Mondiale vero in cui il Belgio sta dimostrando di aver tutte le carte in regola per poter arrivare sul gradino più alto del podio. Google Privacy