Peralta oltre le barriere: il sordomuto che segna in Paraguay
Non ci sono barriere per realizzare i propri sogni e il calcio spesso è la via per superarle. L’ultimo esempio arriva da Juan León Mallorquín, cittadina a 272 chilometri dalla capitale Asunción.
È qui che si è giocata la partita tra l’Olimpia e il piccolo Deportivo Primavera per i 32esimi di Copa Paraguay. Risultato senza sorprese: 6-0 in favore del Decano, ma a far notizia è stata la doppietta del ventenne Gustavo Peralta, giovane talento con solo il 20% di capacità uditiva. Sordomuto dalla nascita.
Due gol in 62 minuti all’esordio in Prima Squadra festeggiati con l'abbraccio a Estigarribia e le mani al cielo, per il classe 2001 che ha come idolo Cristiano Ronaldo e sogna l’Atlético Madrid. "Quando gli arriva la palla è come se avesse una mappa del campo in testa. Lo vediamo ogni giorno. Cerchiamo di comunicare in modo diverso, ma quando la palla rotola lui sa sempre cosa fare. Durante gli allenamenti possiamo avere qualche difficoltà, ma appena c’è una pausa ne approfitto per parlargli in maniera più lenta, in modo che possa capire le indicazioni e fare ciò che ha fatto oggi o anche meglio", queste le parole a margine della gara dell’allenatore Sergio Oterman su Peralta, che ha imparato negli anni a capire il labiale delle persone e grazie anche a Whattsapp si fa ben volere nello spogliatoio.
Sogno realizzato
Esterno offensivo o seconda punta, Peralta è originario del Barrio Obrero, il quartiere di Asunción che si identifica con i rivali del Cerro Porteño. È qui che dai 6 ai 14 anni ha giocato a futsal, con la passione per il pallone trasmessa dal padre Hilario, tifoso dell’Olimpia che sognava un giorno di vederlo giocare in prima squadra, nonostante le difficoltà.
“Sognavamo questo momento, ma non lo immaginavamo così bello. Ci sono parole che riesce a pronunciare e altre meno, ma legge bene il labiale perché è rapido visivamente e mentalmente. Ricordo che una volta quando era bambino allo stadio mi disse: ‘Un giorno giocherò qui e tu mi vedrai’. È sempre qualcosa di molto emozionante da ricordare”, ha rivelato all’emittente paraguaiana Versus proprio Don Hilario, che ancora oggi accompagna il figlio agli allenamenti e aspetta che finisca per riportarlo a casa.
Prima dell’Olimpia, il Nacional è stato il primo club a credere nel talento di Peralta, anche se alcuni dirigenti non erano convinti delle possibilità che potesse arrivare in Primera. Ma grazie alle buone prestazioni e ai tanti gol con la maglia dell’Academia viene notato prima dalle nazionali giovanili paraguaiane e poi dal Palmeiras. Il trasferimento in Brasile all’età di 18 anni per giocare nella squadra U20, con cui vince due tornei in Repubblica Ceca e in Svizzera. Poi il ritorno in patria dopo appena 6 mesi per realizzare il sogno di giocare nel club di cui è tifoso, poco prima dell’inizio della pandemia. E adesso le prime gioie nel calcio dei grandi, dimostrando a tutti che la porta la 'sente' benissimo.
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