Pato: "Milan, quanto mi manchi. Che paura quella febbre alta"

Non c'è niente da fare, il Milan ti rimane dentro. E Alexandre Pato non fa nulla per nasconderlo, nell'intervista rialsciata oggi alla Gazzetta dello Sport. Tutt'ora, dopo tanti anni dall'addio ai rossoneri e un'età, 30, dove il ricordo dei tempi passati non dovrebbe essere così preponderante. D’altra parte cinque anni con 150 partite, 63 gol, uno Scudetto e una Supercoppa di Lega non si possono dimenticare: "Mi piacerebbe tornare in Europa. Dai, faccio bene quest’anno, vinco la Libertadores e poi torno. Al Milan sarebbe davvero bello". 

CORONAVIRUS, LE NEWS DAL MONDO

Non si poteva non parlare dell'emergenza Coronavirus che sta flagellando tutto il mondo: "C'è paura. Io sto rigorosamente in casa, con mia moglie. Mi alleno una volta al giorno per un’ora e mezza. C’è stato anche un frangente in cui ho avuto davvero paura: nei primissimi giorni in cui il virus iniziava a espandersi ho avuto un po’ di febbre. Sono corso immediatamente in ospedale, terrorizzato, e mi hanno fatto il test che per fortuna è risultato negativo. Una cosa però è sicura: nulla sarà come prima". 

Pato si è poi soffermato sulla situazione Milan: "Seguo tantissimo i rossoneri. Quando riesco guardo qualche partita, altrimenti mi documento.Sono dispiaciuto di vederlo ormai da un po’ in condizioni così critiche, ma vedo anche che la proprietà sta provando a ripartire e quindi i tifosi devono avere fiducia. Ibra? Il club deve puntare su di lui, è troppo prezioso per i giovani ed è letale in area. Che tris facevamo con Robinho. E quanti gol".

L'intervista completa sulla Gazzetta dello Sport in edicola oggi. 

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