Parma, ci pensa "el pianista" Brunetta: prima doppietta italiana
Aveva giocato appena 38’ in campionato Juan Francisco Brunetta con la maglia del Parma, complice un leggero infortunio che lo aveva tenuto fuori nelle prime sei giornate di campionato. Poi l’esordio con la Fiorentina e la mezz’ora contro la Roma all’Olimpico. Gliene sono bastati altri 38 di minuti per realizzare il primo e il secondo gol in Italia: doppietta in Coppa Italia contro il Cosenza, vittoria e passaggio del turno. Tutto merito del Pianista del Parma di Liverani.
LA PASSIONE PER IL PIANOFORTE
Nato e cresciuto nel sud della provincia di Cordoba, a Laboulaye, con la passione per la musica e quella per il calcio trasmessa dal padre, che affitta campi sintetici. E Juan per tutti è El Pianista, così è stato soprannominato dai suoi compagni dopo che si è messo a suonare il piano durante i festeggiamenti con la nazionale u23 per la qualificazione alle Olimpiadi di Tokyo. Proprio un pianoforte era stato il regalo ricevuto dai genitori quando aveva solo dieci anni, dopo averlo osservato giocare con la tastiera del computer simulando proprio quello strumento musicale. Due mesi di lezioni con un professore e poi con i suoi amici la nascita del gruppo ‘El Triunfo’. A distanza di anni quello strumento rappresenta ancora tanto.
L'ERRORE DEL BOCA E LA CHIAMATA DI RIQUELME
Dopo gli inizi nello Sportivo Norte è passato al Boca Juniors. Un'esperienza breve perché dopo pochi anni è stato lasciato andare. Una decisione prematura che col tempo si è rivelata sbagliata, visto che l’attuale ds degli Xeneizes Juan Román Riquelme ha provato a riportarlo dalle parti della Bombonera. Un legame forte quello con El Mudo che è sempre stato l’idolo e una fonte di ispirazione per Brunetta: “Le sue giocate sono uniche”. Oltre alla posizione in campo, entrambi sono stati scoperti dallo stesso scout, Ramón Maddoni, che al Boca aveva portato anche Gago e Tevez.
Dopo quell’esperienza, si è trasferito all’Estudiantes de La Plata, ma da subito ha avvertito la lontananza dalla famiglia vivendo da solo nella pensione del club: da qui la decisione di tornare a casa. Carlos Bottegal, coordinatore del settore giovanile lo ha chiamato tutti i giorni pur di fargli cambiare idea. Ma niente da fare.
La tappa successiva è stata al Central Cordoba di Laboulaye, ma per fortuna Bottegal non lo aveva dimenticato e qualche anno dopo è riuscito a portarlo all’Arsenal de Sarandì. Il 2016 è stato un anno di crescita: aggregato alla prima squadra e inserito nella lista preliminare della nazionale olimpica per i Giochi di Rio. “Neanche mia madre ci credeva quando gliel’ho detto”.
LA DELUSIONE COL BELGRANO E L'ARRIVO IN ITALIA
L’anno successivo è tornato a Cordoba per vestire la maglia del Belgrano, ma da profeta in patria ha trovato non poche difficoltà, che hanno coinciso con la retrocessione. Il suo valore però non è stato messo in dubbio dal Godoy Cruz di Mendoza. 4 milioni di dollari per il 50% del cartellino, che lo hanno reso l’acquisto più caro della storia del club.
Esordio con assist in Copa Libertadores nel 2-2 contro i brasiliani del Palmeiras, poi un percorso travagliato anche per via dei tanti cambi di allenatore. Ad inizio 2020 è stato convocato solo all’ultimo momento dal ct Batista per il preolimpico vinto in Colombia a causa dell’infortunio di un suo compagno. “Una convocazione che mi ha dato molta fiducia, non me l’aspettavo. Mi ha fatto sentire importante e credo di avere un’altra mentalità adesso. Ho imparato molto”.
Niente ritorno al Boca però, né un trasferimento al River. Il 23enne ha scelto l’Italia per continuare la sua carriera. Dopo i corteggiamenti di Hellas Verona e Monza, la scelta ricade sul Parma del nuovo presidente Krause. Prestito oneroso a 1 milione e obbligo di riscatto a 6 quando avrà disputato il 60% delle partite. Dopo oggi un traguardo un po' più vicino.
Di Mattia Zupo