Atalanta, Gomez: "Gasperini ha cambiato la mentalità di questa squadra"

Capitano e punto di riferimento, in campo e fuori, di un Atalanta che quest'anno, per la prima volta nella sua storia, sta vivendo un sogno chiamato Champions League. Ai microfoni di Uefa.com il Papu Gomez ha parlato di questo sogno e della sua crescita come calciatore e uomo all'interno dell'Atalanta che ha guidato prima in Europa League e ora in Champions League, dove lui e i suoi compagni stanno faticando ad imporsi come in campionato e dove sperano di raccogliere i primi storici punti nelle prossime giornate. 

"Che tipo di città è Bergamo? Tranquilla. C'è tanta passione e la voglia di vedere l'Atalanta migliorarsi. E’ uno spirito che ha svolto un ruolo chiave nella crescita del club. Abbiamo visto l’Atalanta migliorare anno dopo anno, e questo spirito ha avuto un impatto decisivo sulle prestazioni della squadra. 

Gasperini? E’ un allenatore con uno stile di calcio definito, unico in Italia. Vuole che le sue squadre giochino all’attacco e puntino a vincere in qualsiasi stadio. Ha cambiato la mentalità del club e dei calciatori. E’ questo che ci ha aiutato a centrare i nostri obiettivi in questi anni. Quando sono arrivato l’Atalanta lottava per non retrocedere, da allora siamo cresciuti costantemente. Anni fa sarebbe stato assurdo pensare all’Atalanta in Champions League. Ora è realtà. Se pensi che solo pochi anni fa la squadra giocava in Serie B, lottava per non retrocedere in Serie A, e adesso gioca in Champions League, pazzesco. In 110 anni di storia, finalmente l’Atalanta gioca in Champions League. Per questo, nonostante i risultati, è un momento di felicità per il club, i tifosi e la città. 

Non è semplice giocare in Champions League, tutte le squadre sono molto organizzate. Però rimane un momento storico per il club, e cercheremo di guardare il lato positivo. Cosa significa essere capitano? E' una grande responsabilità, ma anche un’emozione speciale. Devo essere da esempio per tutti i giovani calciatori nel club, con aiuti e consigli. Anche io sono stato giovane, ho fatto i miei errori e ho imparato dai giocatori più esperti".

 

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