Una lunga storia d'amore

"Dovrà finire prima o poi, questa lunga storia d'amore", cantava così Gino Paoli in uno dei brani più famosi della sua lunghissima carriera. E' finita, è finita per davvero. Papu Gomez lascia l'Atalanta per andare al Siviglia. Una storia d'amore iniziata quasi per caso nell'estate del 2014 tra una città, Bergamo, e un calciatore, argentino, che già aveva fatto intravedere il proprio talento al Catania, ma che mai si era espresso sui livelli ai quali abituerà i tifosi nerazzurri per i sei anni e mezzo successivi.

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Una storia d'amore fatta di gol, giocate da fuoriclasse, risultati storici, record, balletti e fascia da capitano al braccio. Una storia conclusa nel modo peggiore, con un'esclusione che ha fatto rumore e un addio a dir poco burrascoso. Ma anche quando l'amore finisce, non si può dimenticare quanto si è stati felici insieme.

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"Quando ti ho vista arrivare, bella così come sei", parole da dedicare a una dea, anzi alla Dea. L'Atalanta, che lo ha accolto nell'estate del 2014 dopo una stagione complicatissima in Ucraina al Metalist, quando il Papu Gomez sembrava essere uno dei tanti giocatori sudamericani di enorme talento, ma che si perdono lungo la strada. Anche le prime due stagioni a Bergamo sono in chiaroscuro, l'Atalanta lotta per non retrocedere e anche il Papu fatica a venirne fuori. L'illuminazione nell'estate 2016: in nerazzurro arriva il mago Gasperini e l'argentino esplode.

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Sedici gol nel campionato 2016-2017, preludio a un quadriennio destinato a entrare nella leggenda atalantina. Quattro qualificazioni consecutive alle competizioni europee, fino alla storica final eight di Champions League della passata stagione, con l'Atalanta che arriva a due minuti dalla semifinale della massima manifestazione al mondo per club. Il Papu è protagonista indiscusso, dentro e fuori dal campo: dalle giocate meravigliose fino alla Papu Dance, che nell'estate 2017 spopola in tutte le discoteche italiane. L'amore con Bergamo raggiunge il suo apice, ma le difficoltà sono dietro l'angolo.

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"E' stato come volare, qui dentro camera mia"camera sua, del Papu, per sei anni e mezzo è stato lo Stadio Atleti Azzurri d'Italia (oggi Gewiss Stadium). Uno stadio che lo ha amato a dismisura, ma che nel marzo 2020 è costretto a chiudere. Colpa di una pandemia che ancora oggi ci tormenta e che colpisce Bergamo con una potenza inaudita.

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Per mesi, in città, il rumore predominante è quello delle ambulanze e l'Atalanta del Papu è l'unico elemento di svago per una città messa in ginocchio da morte e malattia. "Bergamo mola mia (Bergamo non mollare)" diventa un mantra, che la formazione nerazzurra porta in giro per l'Europa. Dalla trionfale trasferta di Valencia fino alla maledetta gara contro il Paris-Saint Germain: Gomez può essere il capitano di un'Atalanta in semifinale di Champions League, se in quei dannati minuti di recupero Marquinhos e Choupo Moting non ribaltassero il risultato e regalassero il passaggio del turno ai francesi. Sono passati solo cinque mesi da allora, impossibile pensare in quel momento all'epilogo di oggi.

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"E' troppo tardi ma è presto, se tu te ne vai", è troppo tardi ormai per tornare indietro, la rottura con l'Atalanta è troppo forte. Colpa di una litigata di troppo con Gasperini, nell'intervallo della gara di Champions League contro il Midtyjlland. Da quel momento ci sarà un lento e brutto scivolamento verso il finale di questa storia, fatto di mancate convocazioni e messaggi più o meno velati tramite i social network.

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E' davvero però troppo presto per un campione del genere per andarsene dall'Italia, lo sarebbe stato in qualunque momento. Ma questo "se tu te ne vai" magari è solo un arrivederci. Magari con Bergamo, magari con la Serie A. Chissà... Non possiamo fare altro che salutare un calciatore che ci ha fatto innamorare di sè e della sua Atalanta in questi anni. Le strade del mercato sono infinite, forse si tratta solo di un arrivederci... o almeno così ci piace pensare.

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