Dalla Juve al Vicenza: l'affare-Rossi raccontato da Oscar Damiani
Tre interventi al menisco prima di compiere 20 anni e una sfortunata esperienza con il Como alle spalle, condita da un’amara retrocessione e appena sei presenze in campionato. Nell’estate del 1976, il biglietto da visita di Paolo Rossi non era certamente un granché. Di proprietà della Juventus ma ancora acerbo e spesso infortunato, Pablito arrivò a Vicenza come una vera e propria scommessa del presidente Farina. “Fidati che è forte, ripetevo a Giuseppe, che però non era convinto dell’affare. Alla fine si è deciso a comprarlo e si è portato dietro pure Marangon”.
Ai microfoni di gianlucadimarzio.com, Oscar Damiani - oggi procuratore, a quei tempi calciatore della Juventus - racconta la trattativa che portò Rossi al Vicenza. “Giocavo ancora a pallone, certo, e avevo un grande rapporto con Farina: Rossi si allenava con me da tanto tempo, Giuseppe invece era il mio ex presidente”. A distanza di oltre quarant’anni, Damiani può raccontare con orgoglio di… averci messo lo zampino.
“Nel 1974 andai a giocare nella Juve, ma nei quattro anni trascorsi a Vicenza ero diventato grande amico di Farina. Frequentavo la sua famiglia, ero andato persino in vacanza in Spagna da lui - spiega Damiani -. Il suo Vicenza giocava in Serie B e, per rinforzarsi, era normale che guardasse con curiosità ai giovani di Juve, Inter e Milan. «Consigliami qualcuno della Primavera!», mi chiedeva sempre. Alla fine, saltò fuori il nome di Rossi”.
Pablito, però, non era più un ragazzino: nell’ultima stagione aveva addirittura giocato (poco) in Serie A. “E infatti il presidente non era convinto di prenderlo. Il miglior Rossi lo abbiamo visto al centro dell’attacco mentre con il Como, giocando da esterno, non riuscì a mettersi in mostra. Eppure, secondo me, Paolo era fortissimo anche in quella posizione lì”. Impegnato a correre sulla fascia sino ai 20 anni, a Vicenza Rossi trovò Fabbri e cominciò a giocare da prima punta.
“Ai tempi della Juve ci allenavamo spesso insieme. «Questo è forte», mi ripetevo, anche se Pablito era giovanissimo. Una volta abbiamo fatto una gara sui 100 metri: io ero uno dei più veloci tra i bianconeri, tutti pensavano che avrei vinto. Rossi però mi prese 20 centimetri in avvio ed è riuscito a tenerli fino al traguardo. Ero convinto delle capacità di Paolo e ho insistito perché Farina lo prendesse. Ero un calciatore, sì, ma anche un futuro procuratore…” scherza Damiani. Oscar ci aveva visto lungo, Farina lo ringrazia ancora oggi. E Paolo, ne siamo certi, pure.