Paolo Cannavaro: "Italia, riparti dai giovani. Io ancora in campo, poi mi vedo allenatore"

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A margine dell'evento di presentazione della fondazione Ferrara-Cannavaro, che si occupa di malattie rare e autoimmuni, ha parlato anche il difensore del Sassuolo Paolo Cannavaro, fratello di Fabio e grande tifoso del Napoli, di cui è stato anche capitano: "Se è l'anno giusto per lo Scudetto? Sì e anche per questo motivo, qualora gli azzurri dovessero fallire la qualificazione agli ottavi di Champions, non sarebbe un dramma". Ma il tema principale delle sue dichiarazioni riguarda la Nazionale, perché l'eliminazione dal Mondiale è fresca e brucia ancora: "Se rinnego quanto detto a caldo ("Via le mummie dalla federazione" n.d.r)? No, assolutamente. Rimango convinto del fatto che servono giovani tanto dentro quanto fuori dal campo - dice A Sky Sport 24 - per questo obbligherei società di serie B e C a costruire centri sportivi giusti per crescere i talenti in tutta tranquillità, proprio come un bimbo cresce sotto il tetto di una casa. Siamo un paese che vive di calcio, non possiamo buttare tutto". E allora da chi ripartire? "Il primo problema da risolvere è senza dubbio quello del ct, con Ancelotti che sarebbe perfetto. Ma ho sentito anche altri nomi che potrebbero dare una grande mano alla federazione come Albertini e Maldini". Ha idee chiare, dunque, Paolo Cannavaro, anche per il suo futuro: "Che però è ancora in campo - sorride - e non in "politica". Voglio giocare ancora qualche anno, poi mi piacerebbe diventare allenatore. Mi sento a mio agio sul rettangolo verde". Chiosa finale sulla questione Insigne - Ventura, che tanto ha tenuto banco in questi giorni: "No, non l'ho sentito dopo la Svezia, perché in certi casi è bene stare da soli. Tutti sappiamo cosa può dare. Per uscire da questo momento serve dare fiducia al genio di ragazzi come lui, Bernardeschi o Berardi"

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