Pandev: "Inter? A gennaio mi chiamò Ausilio ma..."

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Salvare il Genoa e partecipare all'Europeo. Due obiettivi e due sogni per Goran Pandev che con l'emergenza Coronavirus ha rivisto un po' i suoi piani: "Lasciare il calcio giocato? Sì ci ho pensato a inizio campionato ma abbiamo visto poi cosa è successo. Ora sono in scadenza con il Genoa e ci sono cose più importanti a cui pensare ma voglio continuare un altro anno. E il mio sogno è l'Europeo". 

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L'attaccante del Genoa è stato chiaro: un altro anno in campo, un'altra competizione con la sua nazionale. E poi? "Ho pensato a qualcosa ma non mi piacerebbe fare l'allenatore, magari il dirigente o il procuratore". 

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La chiamata di Ausilio a gennaio

Chissà, magari il direttore sportivo, come Ausilio che il penultimo giorno del mercato di gennaio lo chiamò per offrirgli un contratto fino al termine della stagione con la possibilità poi di continuare sempre in nerazzurro ma da dirigente: "Per me l'Inter è tutto, la squadra che mi ha portato in Italia e mi ha cambiato la vita. Qualcosa c'è stato ma la mia idea è stata chiara fin dall'inizio.

Ho sempre creduto nelle mie qualità. Mi ha chiamato Ausilio, gli ho detto 'Mi state prendendo in giro? Cercatene uno più giovane'. Poi ho parlato qui con Zarbano (ad rossoblù, n.d.r.) e ha detto 'Goran, non se ne parla'. E infatti andare via non era bello". Una scelta condivisa, la voglia di contiuare a lottare per la causa Genoa ha prevalso. 

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8 marzo: l'ultima gara prima dello stop al calcio

Trentasei anni (37 a luglio) e un ruolo da leader nello spogliatoio: "Io cerco di aiutare i più giovani, di mettere in campo la mia esperienza. L'allenatore ci ha dato carica e serenità, poi con gli acquisti di gennaio abbiamo sistemato la squadra.

Non era facile uscire dalla brutta classifica in cui eravamo. A Milano, l'ultima gara che abbiamo giocato non è stata granché, non sapevamo bene cosa sarebbe successo. Ce l'abbiamo messa tutta ed è andata bene. Ma senza gente allo stadio è difficile". 

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