Padoin, il Cagliari e la sfida al Torino da ex bianconero: "Ci aspetta un mese di fuoco: a loro toglierei Iago Falque. Per lo scudetto dico Juventus"
Affrontare il Torino da ex bianconero, per un passato juventino impossibile da dimenticare. E' stato "Il Talismano" un po' per tutti, dalle parti di Vinovo e dell'Allianz Stadium, Simone Padoin, impegnato ora in una lotta salvezza forse più complessa del previsto che vedrà il suo Cagliari affrontare proprio i granata nella sfida di sabato: "Atmosfera da derby? Vero. Ma ora ci sono il Cagliari e la salvezza. Sabato dobbiamo pensare a fare punti - spiega a "La Gazzetta dello Sport" - Ci aspetta un mese di fuoco. Abbiamo due gare in casa, Torino e Udinese, e due fuori, Genoa e Verona. La stagione passa da queste partite: dovremo batterci da Cagliari. Poi magari si dovrà aspettarea la matematica su chi sta in A, ma potremo giocare con meno tensione".
Focus sugli avversari, poi: "Il Toro arriva da 4 k.o. di fila, vorrà riscattarsi e lo farà come tutte le squadre allenate da Mazzarri: difesa bassa, ciniche, ordinate, coperte e pronte a colpire in contropiede. Noi dobbiamo ripartire dal temperamento visto a Benevento e dal primo tempo giocato con i granata all’andata: loro erano in crisi e noi siamo partiti bene, con la testa giusta e facendo i migliori 45’ della stagione. Barella ha segnato l’1-0 e potevamo raddoppiare. Poi, sono venuti fuori con la qualità e i gol di Iago Falque e Obi. Siamo consapevoli che non sarà facile, ci aspetta una partita difficile, da combattere: a loro toglierei proprio Iago. Non se la prenda Belotti, ma quando è in giornata è una brutta bestia".
Seconda parte di stagione in cui il Cagliari continua a dover fare a meno di un elemento importante come Cigarini, con un sostituto tuttavia eccellente: "Luca non ha un sostituto di ruolo nel gruppo. Sa manovrare con tempi e movimenti giusti, caratteristiche che in regia sono importanti. Barella può sostituirlo? Sì. Abbiamo giocato in mezzo anche con Cossu e io sono partito da play contro il Chievo, ma le cose non sono andate troppo bene. A Verona, io in testa, abbiamo giocato una delle peggiori partite. Ma quel k.o. ci ha dato più consapevolezza su come gestirci".
Un pensiero al passato in maglia Juventus, inevitabile per chi ha disputato per più anni il "Derby della Mole", sollevando trofei: "L’emozione è speciale, anche sabato sarà così ma il colore cambia poco per i miei compagni: dobbiamo fare punti. Il ricordo che non dimentico del quinquennio a Torino è la gioia provata nel derby con il gol vittoria di Pirlo al 93’. Chi vince lo scudetto? Juve 70% e Napoli 30%: i miei ex compagni hanno una fame impressionante. E con Barzagli, Buffon e Chiellini i risultati arrivano. Un po’ quello che manca adesso alla Nazionale".
E la chiusura è proprio dedicata al mondo azzurro: "Senza leader sarà difficile rialzarci. Ha ragione Giaccherini quando dice che l’Europeo del 2016 ha nascosto i problemi del nostro calcio. Chiesa è il giovane più promettente che ho incontrato, perché ha la rabbia che fa la differenza. E il mio corso da allenatore va bene: con i giovani mi piacerebbe lavorare. Ma è presto per scegliere cosa fare da grande".
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