Meno campo, più computer e relazioni diverse: come cambia la vita dell'osservatore

C’è un mondo, mica tanto sommerso, che il calcio continua a viverlo al 100%. Niente allenamenti a casa: ma smartworking vero e proprio. Con prospettive diverse, perché gli osservatori sanno che nel modo in cui si lavorava prima, ora non si può più. E chissà per quanto. Ecco perché ci si è subito reinventati, cambiando sistema, modo di pensare le partite. E i giocatori.

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Le difficoltà

Non sono poche, ed è innegabile. Chi lavora giorno dopo giorno a tutto campo, perché di questo si tratta, ha dovuto forzare una nuova metodologia di osservazione: quella da remoto. Vero, le piattaforme come Wyscout (ma anche Instat Scout o Scoutseven, che sono altrettanto molto usate) esistono da anni e sono cresciute nel tempo. “Ma un conto”, ci dicono, “è vedere un giocatore dal vivo. Un altro è da schermo”. Non è una questione di fatica degli occhi, o banalmente di noia: ma di percezioni. L’esempio? È semplice: perché un giocatore corre meno rispetto al solito? Perché tenta meno dribbling? I fattori possono essere tantissimi. Pensiamo alla temperatura: pur avendo tutti i dati a disposizione, percepire un caldo asfissiante, stando seduto sugli spalti, è ben diverso dal vederselo scritta nei dati del match. Così come anche le condizioni del terreno, o magari le urla di qualche tifoso. Sono dettagli che fanno la differenza, e che impediscono di andare a realizzare valutazioni più precise su giocatori poco conosciuti.

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Less is more

È vero, i dettagli di questo tipo mancano. E allora come fare? Il lavoro degli osservatori, in queste settimane, non si è fermato. C’è chi deve seguire più partite del settore giovanile, e da quel punto di vista il database è diverso, più scarno. Ma l’input delle società è stato chiaro: non relazionare solo o soltanto su giocatori mai visti, ma andare più a fondo su quelli già visionati. Ed è qui che è cambiato tutto. I viaggi frenetici sono stati sostituiti da una valutazione più ponderata: si va a valutare molto più in profondità giocatori che già erano nella lista dei possibili talenti da acquistare. Ore e ore di filmati legati a un singolo elemento, per poter dire, quando riaprirà tutto: “Sì, è quello giusto”. Meno fretta, meno spostamenti, più testa e più ordine. Ci sono addirittura degli osservatori che sono stati assegnati a un lavoro sistematico di archivio: mettere in ordine tutta la mole di dati, impostare un sistema che possa durare nel tempo, quando di nuovo si tornerà (metaforicamente e non) a correre.

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Resta poi il discorso stipendi, che non riguarda solo i calciatori. Anche gli osservatori, non tutti, sono stati soggetti a tagli o a mancati pagamenti. Una situazione difficile, faticosa. Che non toglie, per ora, la voglia di continuare a vivere il calcio. L’obiettivo è chiaro: alla ripresa, la caccia al giovane dai costi contenuti sarà imprescindibile, in un mercato che necessariamente dovrà fare conto con le perdite. E l’osservatore, allora, verrà ascoltato parecchio. Un mondo sommerso pronto a diventare protagonista: tutto parte da qui.

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