Gol e leadership: così Osimhen vuole portare il Napoli in Champions

Ci sono calciatori capaci di determinare sempre. Conta poco - forse nulla - l’andamento della squadra. O se sei stato fuori per cause esterne: sì, tipo la Coppa d’Africa. Quello che differenzia i campioni dal resto è proprio questa voglia di incidere. Anche se a Febbraio hai giocato solo 21 partite in stagione come Victor Osimhen. Troppo poco per un fuoriclasse come il ragazzo di Lagos. Ma è proprio un numero così basso di partite giocate ad evidenziarne l’importanza. Quando torna si respira un’aria diversa. E Calzona - che ha messo la Champions League nel mirino - non può farne a meno.

 

 

È un cannibale d’aria di rigore. Ma non solo. Quando inizia a muoversi su tutto il fronte d’attacco mettendo in apprensione un intero reparto difensivo diventa più che fastidioso. Taglia prima tra centrale e terzino per non dare punti di riferimento. Poi offre supporto nel corto per aprire il gioco. Infine, ancora nel lungo. E non è un “palla lunga ad Osimhen”, ma una costruzione del gioco seguendo anche l’idea dell’attaccante nigeriano. Come potrebbe essere altrimenti? Quando è in giornata diventa un calciatore unico. Difficile da marcare.

Settimana da sogno per Osimhen: cinque gol in tre partite

Chiedere informazioni al nuovo Sassuolo di Bigica. E non solo nella partita di mercoledì, ma da quando è tornato. Cosa potranno mai avere in comune Barcellona, Cagliari e Sassuolo? La firma dell'attaccante ex Lille. Segna e lo fa in tutti i modi. Di posizione spiazzando poi Ter Stegen nella sfida di Champions League. Di testa contro Ranieri&Co. Quindi la tripletta di destro contro Consigli. Facilitato anche dagli errori della difesa neroverde, il nigeriano è riuscito a concludere una settimana da incorniciare. Cinque gol in sette giorni - tre partite.

 

 

La magnifica intesa con Kvaratskhelia è un inno alla gioia. Come i gemelli del gol. E con il ritorno del '99 anche il fantasista georgiano pare essersi ritrovato. Tre gol e due assist - indovinate sui piedi di chi - per l'attaccante del Napoli, doppietta ed un assist - entrambi per favorire Osimhen - per l'ex Dinamo Batumi. Cosa manca? Migliorare nel dialogo con i compagni, offrire supporto anche nel giocare nello stretto. E non solo nell'offrire profondità. Qui dev'essere fatto un grande lavoro che lo porterebbe a danzare nell'èlite del calcio europeo. Deve e può riuscirci. La strada è quella giusta. È la tecnica che va affinata. Migliorata. Quella pozione magica che lega i centravanti come Higuain e Benzema. Per intenderci.

C'è un Napoli con o senza Osimhen

Spalletti nel corso della sua esperienza ai piedi del Vesuvio aveva le idee chiare: "Lui vorrebbe giocare sempre, anche in macchina. Vorrebbe venire in campo con la macchina e giocare. Lui ha roba che avanza da tutte le parti, può diventare fortissimo. Senza di lui è dura, gli puoi randellare di tutto addosso, con lui diventa più facile pressare. Abbiamo fiducia di recuperarlo". Ed è per questo che quando gioca fa la differenza. Sempre. Cambia volto e gioco al Napoli. 

 

 

Che con il nove ha realizzato sette vittorie, tre pareggi e cinque sconfitte. 1.6 punti abbinata ad una media di 1.86 gol a sfida. Numeri da centravanti di livello. Determinante. Senza Osimhen è un’altra squadra: i dati calano drasticamente. In undici partite - senza il nigeriano - gli azzurri hanno raccolto solo quattro vittorie. Quindi quattro sconfitte e tre pareggi. E Raspadori o Simeone non colmano l’assenza: si segna poco. Pochissimo. 1.09 a partita. Il suo addio al Napoli al termine della stagione pare certo. Arrivano le conferme anche da De Laurentiis. Ma c’è un ultimo capitolo da scrivere. Victor Osimhen può lasciare il Vesuvio portando gli azzurri ad una miracolosa qualificazione in Champions League. 

 

A cura di Gennaro Del Vecchio

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