Di nuovo 'Memo' Ochoa: portiere leggendario, eroe del Messico anche in Qatar

"Ochoa?! Ma ancora lui?". Probabilmente è questa la domanda più pronunciata nelle ultime ore da chi ha seguito, o semplicemente letto qualcosa a riguardo, Messico-Polonia, seconda gara del gruppo C dei Mondiali Qatar 2022. Tutto questo perché per la terza volta, tra i pali della porta della Nazionale Tricolor si è materializzato un eroe leggendario, o più banalmente un portiere che, quando gioca il Mondiale, è senza dubbio tra i migliori al mondo: Guillermo, detto 'Memo', Ochoa. E per lui si sono aperte le porte della Serie A: è chiusa la trattativa con la Salernitana (Clicca QUI per i dettagli).

 

Oggi, nella prima partita del suo quinto Mondiale in carriera (ma "soltanto" il terzo scendendo in campo), Ochoa ha ipnotizzato Robert Lewandowski dal dischetto, ma anche nel 2014 si era trasformato in muro contro Neymar, Oscar, Fred e tutti gli altri padroni di casa del Brasile, fermandoli sullo 0-0. Si era ripetuto anche nel 2018, contro i campioni del mondo in carica della Germania, contribuendo all'incredibile vittoria 1-0 firmata Hirving Lozano (che poi passerà al Napoli). Un portiere che di fronte a tutto il mondo si è sempre dimostrato di altissimo livello, ma con una storia insolita e, in un certo senso, inspiegabile. 

Ochoa oggi ha 37 anni e gioca con continuità dal 2019 nell'America, la squadra della capitale messicana. Un finale di carriera in patria tutto sommato onesto, ma è il suo percorso negli anni precedenti a essere quasi inspiegabile.

Dopo il suo primo super Mondiale in Brasile nel 2014, giocato sostanzialmente da svincolato, non avendo rinnovato il proprio contratto con l'Ajaccio, club di Ligue 1 appena retrocesso in seconda divisione, Ochoa firma con il Malaga. Nella stessa estate in cui Navas, altro portiere rivelazione di quel Mondiale con la Costa Rica, era invece passato al Real Madrid: Ochoa non avrà mai un'occasione così importante per compiere il salto di qualità nella propria carriera. Anche perché le cose in Andalusia non andranno bene: al Malaga il camerunense Kameni è una leggenda, inamovibile per i tifosi e anche per l'allenatore Javi Garcia, e Ochoa rimarrà in disparte per due stagioni.

 

Prima di passare in prestito nel 2016 al Granada, dove però subirà addirittura 82 gol in 38 partite di Liga, frantumando il record di maggiori reti subite in una singola stagione di campionato spagnolo. Le colpe, in realtà, non saranno attribuibili a Ochoa, che chiuderà la stagione con il numero di parate a partita (1.66) più alto della Liga. Alla fine di quell'annata storta, firmerà con lo Standard Liegi, ma dalla patria piovono le critiche.

"Per lui vivere in Europa è diventato più importante del livello della competizione che sceglie per mettersi alla prova", dicono i giornali messicani, e anche l'ex calciatore Hermosillo critica il suo trasferimento in Belgio: "E' un passo indietro, tornerà a vivere le stesse delusioni che ha già vissuto". "Io davvero non capisco perché firmi sempre per squadre che non lo valorizzano", la chiosa quasi malinconica di Hermosillo.

In realtà allo Standard le cose non andranno troppo male per Memo: gioca titolare per due anni, vince una Coppa di Belgio e nella seconda stagione ha anche l'opportunità di giocare per la prima volta - nella stagione successiva al Mondiale 2018 - in competizioni europee. Disputa i preliminari di Champions League, non riuscendo a qualificarsi ai gironi, e successivamente l'Europa League. Le ultime soddisfazioni prima di tornare a casa al suo primo club, l'America, anche per fare pace con chi in passato lo aveva criticato per le sue scelte. 

Oggi Ochoa, dopo aver passato qualche anno nel dimenticatoio, all'annuncio delle formazioni di Messico-Polonia è tornato a essere una celebrità. E' riemersa la famosissima leggenda delle sei dita della mano destra, che lo stesso Memo, appositamente e ironicamente, non ha mai smentito, e tantissimi utenti su Twitter erano già pronti a riaccoglierlo come un'autentica saracinesca: "Ochoa sta alla Coppa del mondo come Mariah Carey sta al Natale". E lui, prontamente, ha risposto presente, confermandosi eroe assoluto della propria Nazionale.

 

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