Ca(l)cio e pepe. Novàkovich, yankee in Ciociaria: “Papà, il mio modello”

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Novàkovich, con l’accento sulla A. Ma chiamatelo come volete, non è un problema. La sua unica preoccupazione è far gol. A Frosinone è per tutti “l’Americano”, un ragazzone di 193cm dalla faccia pulita arrivato da molto lontano.

La sua storia inizia a Muskego, una cittadina statunitense di 24mila abitanti situata nel Wisconsin. Ed è nella patria del football e del basket che Andrija inizia a muovere i primi passi, con il pallone rigorosamente tra i piedi: “La mia famiglia è di origini serbe e lì il calcio è uno degli sport più seguiti – racconta ai microfoni di Radio Day mercoledì scorso. Ho giocato anche a basket, ma alla fine ha prevalso l’amore per il calcio”.

Merito del padre Mane, attaccante di formazioni locali come United Serbians e Milwaukee Serbians, fonte di ispirazione per il giovanissimo Andrija: “Mi piace molto Ibrahimović, è uno dei miei giocatori preferiti. Il mio unico modello, però, è stato mio padre. Lui è stato un grande attaccante in America e ho deciso di seguire le sue orme”.

Un rapporto speciale tra i due, con Novàkovich senior che era riuscito ad intravedere qualcosa di speciale nel figlio maggiore. Non tanto la tecnica o le abilità in area di rigore, quanto la grinta e la determinazione. “Andrija era molto maturo anche da bambino, prendeva sempre le giuste decisioni. È molto determinato, quando ha qualcosa in testa, lo fa”, dichiarò qualche anno fa ad ESPN. Ora lo supporta da lontano con mamma Zorka, e insieme lo hanno spinto a compiere il grande passo verso l’Europa a soli diciassette anni: “Mi hanno sempre sostenuto. Andare via di casa è stata la decisione più difficile della mia vita, ma mi ha aiutato a crescere”.

Un viaggio lungo, direzione Reading. Con la squadra inglese oscilla tra le formazioni U18 e U23, per poi iniziare una girandola di prestiti: prima al Cheltenham, formazione di terza serie, poi in Olanda dove si mette in mostra prima in Serie B con la maglia del SC Telstar e poi in Eredivise con il Fortuna Sittard. Fino ad arrivare in Ciociaria, tramite Reading, la scorsa estate.

L’impatto non è stato semplice, complice un nuovo tipo di calcio con caratteristiche diverse rispetto all’Inghilterra e all’Olanda: “Qui si cura molto l’aspetto difensivo e gli attaccanti fanno più fatica. È per questo che ho scelto Frosinone, per mettermi alla prova e migliorare. Non ho mai pensato di aver fatto la scelta sbagliata, anzi, credo sia stata la migliore che potessi fare. La gente, i tifosi, lo stadio, qui è tutto stupendo”.

Un amore verso la Ciociaria ricambiato fin da subito dai tifosi giallazzurri, che gli hanno dedicato un coro dopo il primo gol realizzato con la nuova maglia segnato contro l’Empoli. “Amo quel coro, spesso lo canto prima di andare a dormire. È molto semplice, fa: «L’Americano lalalalala, l’Americano lalalalala». Quel giorno ho provato delle emozioni forti, anche perché per la prima volta c’era mia madre a vedermi allo stadio con una decina di miei parenti”. Un segno del destino, con la sua famiglia sempre accanto nei momenti importanti.

Un gigante buono, con la passione per l’NBA e per le serie tv: “Sono un gran tifoso dei Milwaukee Bucks e nel tempo libero divoro serie tv su Netflix. Le mie preferite sono Games of Thrones e I Soprano”. Anche in cucina Novàkovich ha le idee chiare: “Mi piace molto il cibo italiano, ma alla pizza preferisco la pasta cacio e pepe”.

Sguardo fisso e deciso verso i suoi obiettivi, ora l’Americano vuole diventare grande.Il mio sogno è di arrivare più in alto possibile, sono venuto in Europa per questo. Con il Frosinone possiamo fare grandi cose, siamo sulla strada giusta. La partita più importante è sempre la prossima”. Novàkovich, con l’accento sulla A…come quella che sogna di raggiungere a fine anno con il Frosinone.

A cura di Andrea Campioni

Foto: Sito Frosinone Calcio

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