Nesta: "Ancelotti un secondo padre. Gigio? Non giudico, ma servono regole"
Dopo una carriera di successi con le maglie di Lazio e Milan, Alessandro Nesta dal 2015 ha iniziato ad allenare.
"I campioni come le donne: complicati"
Una scelta che spiega così: “La paura di non entrare più in campo. Senza competizione non vivo. Se mi levi quella non vivo. Se mi levi quella il mio cervello si spegne. I miei modelli? Zeman è stato un rivoluzionario, tatticamente avanti anni luce. Mi ispiro nella gestione dello spogliatoio e dei giocatori importanti. Non è facile gestire i campioni. Sono come le donne: complicati”. Così Alessandro Nesta a Sportweek.
"Ancelotti, una spugna che assorbe i problemi"
L'ex allenatore di Perugia e Frosinone si è poi soffermato su Ancelotti: “Un secondo padre, un allenatore che ti fa vivere bene anche se pretende molto. Per lui avrei fatto di tutto. E’ uno che non abbandona i giocatori, anche se fanno male. E’ una spugna che assorbei problemi lasciando tranquilla la squadra. Berlusconi e Galliani erano gente abituata a vincere, che sicuramente premeva sul mister. Eppure lui arrivava al campo col sorriso”.
Sul ritorno del Milan in Champions: “Impresa. E’ stato fatto un grande lavoro da parte di tutti. Dopo Berlusconi il Milan ha cambiato due volte proprietà e dirigenza: vuol dire ripartire quasi da zero, con i giocatori presi da altri ma che devi tenere perché hanno contratti di 3-4 anni".
Sull'addio di Donnarumma: “La differenza rispetto ai miei tempi sta nel Milan stesso: allora io ero già al top, non c’era niente meglio del Milan. Ora il Milan non è ancora a quei livelli. A quei livelli ci sono Manchester City e Psg, e se Donnarumma decide di andare in una delle due io non mi permetto di giudicare. Ha fatto male? Sono cose sue, vedrà lui. Piuttosto servono regole nuove per disciplinare i trasferimenti: salary cap e paletti alle commissioni dei procuratori perché tante società si comportano come uno che ha 10 euro nel portafogli epretende di comprare vestiti che costano mille”.
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