Nazionale danese in sciopero, convocati i giocatori di futsal
Ore difficili per il calcio danese, il rapporto tra la Federazione locale e i calciatori è ormai ridotto ai minimi termini. Una crepa che esiste da parecchio tempo ma che nelle ultime ore sembra arrivata a un punto di non ritorno. La squadra che ha chiuso agli ottavi di finale l’ultimo Mondiale in Russia - sconfitta dalla Croazia poi finalista - è attesa dalla gara amichevole in programma domani contro la Slovacchia e dagli impegni della neonata Nations League; ma a giocare le partite potrebbero non essere i calciatori scesi in campo in Russia ma piuttosto quelli di futsal.
Occorre fare un passo indietro per capire come si è arrivati a questo braccio di ferro, con l’elemento scatenante della polemica che riguarda i contratti di sponsorizzazione: gli accordi pubblicitari che i singoli calciatori hanno firmato a livello personale non sono, in alcuni casi, compatibili con gli accordi presi dalla Federazione. Un problema che la stessa non è riuscita a risolvere nemmeno quando tutto è venuto alla luce. Il nuovo accordo - che avrebbe dovuto riguardare queste convocazioni, ma anche le prossime - non è stato rispettato dai giocatori (con quelli che giocano all’estero in testa) e così il loro sindacato ha deciso di muoversi pensando a una soluzione estrema, ovvero lo sciopero.
Una situazione che mette in pericolo il futuro della nazionale danese, tanto che la UEFA potrebbe pensare a sanzioni economiche importanti ma anche all’esclusione dalle competizione se questa rottura non dovesse sanarsi in tempi brevi. Cercando di metterci una pezza, la Federazione ha pensato di sopperire all’assenza di giocatori convocando i calciatori professionisti di calcetto. Il clima resta teso, manca l’ok dell’UEFA ma la Federazione avrebbe anche promesso alla squadra di futsal un aumento dei contributi economici in caso di risposta affermativa.
Va inoltre precisato che i 23 convocati non sono soltanto giocatori di futsal ma anche partecipanti alla seconda e terza categoria del calcio danese dal momento che quelli della Superliga - la massima serie del paese - non sono stati chiamati perché ‘vicini’ alle idee di chi ha deciso di scioperare. La sospensione volontaria riguarda poi anche l’allenatore, che potrebbe essere sostituito temporaneamente da John Jensen. Si continua a negoziare un accordo senza successo, per due volte è stata respinta la proposta del sindacato dei calciatori escludendo anche la possibilità di prolungare il precedente accordo. Almeno in via provvisoria.
Tre anni fa i problemi relativi al contratto collettivo con l'associazione calciatori e la multa di 3 milioni di corone inflitta dal Tas, l’anno scorso quelli riguardanti la squadra femminile che rivendicava salari più alti e aveva portato alla sospensione di un’amichevole e a una nuova sanzione dell’UEFA. Si attende ora di capire quali conseguenze potrà avere questa nuova difficile situazione che nonostante i segnali distensivi arrivati da Christian Eriksen sembra lontana dalla risoluzione. Si insiste sulla necessità di sanare il conflitto per non continuare a fare finta di niente prolungando se necessario il vecchio accordo anche per un solo mese in attesa di una soluzione definitiva.
“Se l’offerta non verrà accettata non avrebbe senso giocare dal momento che è un accordo che ha funzionato per anni può durare anche un solo mese in più. Siamo pronti per giocare se arriverà l’ok scenderemo in campo”, ha dichiarato Eriksen, appoggiato da altre bandiere del calcio danese come Kjaer. Ma dalla DBU tutto tace, a poche ore da quello che potrebbe rappresentare uno spartiacque nella storia della Danimarca calcistica.