Napoli, Sarri: "Non dobbiamo essere prigionieri di niente. Il contratto è un falso problema, parleremo per capire se si può andare avanti insieme"

All'indomani della vittoria contro il Genoa che ha permesso al suo Napoli di riportarsi a -2 dalla Juventus capolista, Maurizio Sarri è stato protagonista della cerimonia di consegna del "Trofeo Maestrelli". L'allenatore ha vinto la 35^ edizione del premio (succede a Eusebio Di Francesco) votato da una giuria che ne ha riconosciuto i meriti sportivi ottenuti nella stagione passata. Al teatro Verdi di Montecatini, Sarri ha potuto anche parlare della stagione della sua squadra e della corsa allo scudetto che resta più viva che mai.

“Non c'è mai stata aria di rassegnazione dopo il sorpasso della Juventus in classifica, noi abbiamo fatto una grande partita a San Siro contro l’Inter, l’abbiamo tenuta sotto controllo e il fatto che non essere riusciti a vincerla ci ha lasciato l’amaro in bocca; ma vuol dire che stiamo facendo bene, ci stiamo abituando e stiamo abituando i nostri tifosi e la stampa a imprese straordinarie. Noi non dobbiamo essere prigionieri di niente, abbiamo una strada da perseguire, non siamo una squadra che vince partite senza giocare a buoni livelli per caratteristiche, a noi dà gusto giocare bene".

"Il rapporto tra il San Paolo e la squadra in questi tre anni è sempre stato stupendo - ha aggiunto - con me in maniera particolare. Il pubblico di Napoli non ha eguali, entrare in campo e riceve un attestato cosi è più che emozionante, mi sento in grande debito e l’unico modo che ho è dare il massimo. Quello che riguarda il mio contratto è un falso problema, il contratto c’è e bisognerà capire se ci sono tutte le condizioni per proseguire insieme. Se non sarò in grado di farlo al 100% allora bisognerà fare un passo indietro, altrimenti si potrà proseguire. Io quattro anni fa ero in Serie B, non riesco ad essere preoccupato, sono onorato di essere vicino a una squadra che ha vinto per sette anni".

Poi, sugli avversari nella corsa per lo scudetto: "In teoria la Champions non dovrebbe pesare, la Juventus è una squadra abituata alle pressioni ma non tutte le stagioni sono uguali. Sono arrivato a Napoli e ho trovato una squadra che si è messa a disposizione, si farà quello che si può fare, poi se basterà o meno non lo sappiamo. Le soste sono per noi allenatori, per i giocatori sono momenti di grande stress: giocano in giro per il mondo, oltre allo stress delle partite hanno stress di viaggi massacranti. Addirittura giocheremo di sabato, quindi non c’è riposo o preparazione".

Il 22 aprile si deciderà lo scudetto a Torino? "Non si può dire - prosegue Sarri - bisogna vedere come si arriverà allo scontro diretto. Anche una partita contro una squadra che gioca per la salvezza diventa difficile. Penso ci siano altri Sarri in giro per l'Italia, tanti. Spero abbiano la fortuna di venire fuori, ci sono tanti allenatori non conosciuti che avrebbero tanto da dare nelle idee. A volte nei professionisti ho visto allenatori scadenti, ci sono tanti sconosciuti con delle qualità. Ho detto che andrei a prendere il palazzo, c’è questa squadra che domina da sette anni, sappiamo che è difficile".

E infine, sulla squadra: "Non so come sta Hamsik, doveva raggiungere la Nazionale e penso che dopo una breve visita lo lasceranno partire e rientrerà domani mattina a Napoli, non sembra un infortunio grandissimo ma nemmeno da due giorni. Reina accolto con affetto ieri? A Napoli sanno di chi stanno parlando, Pepe è un portiere di grande livello ma questo conta fino ad un certo punto, è un ragazzo straordinario dal punto di vista umano e i napoletani sanno che darà il 101% anche se è un giocatore in scadenza".

"Un caffè con Allegri? L’ho già preso anche in passato, non vedo il problema. Non so se mi sento più Che Guevara o Maradona, a Napoli Diego è un idolo assoluto e sarebbe una bestemmia paragonarsi a lui", ha concluso Sarri.

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