Napoli, Insigne: "Potrebbe essere il nostro anno, ma che errore sottovalutare lo Shaktar! "
Da Frattamaggiore a… Frattamaggiore, nulla è cambiato. Nemmeno quando il successo e i soldi lo avrebbero permesso. “Abito ancora lì, voglio restare vicino ai miei cari che mi hanno reso ciò che sono”. Semplicemente Lorenzo Insigne, cuore di Napoli e con il Napoli nel cuore. “Giocare al San Paolo era il mio sogno da bambino, essersi riuscito è un motivo d’orgoglio per me e la mia famiglia”, ha raccontato Lorenzo in un’intervista a La Gazzetta dello Sport. Anche se, a dire il vero, “per arrivare qui ho dovuto fare tanti sacrifici - ha spiegato il numero 24 azzurro -, e giocare a Napoli per un napoletano è complicato. Ce la sto facendo, e mi fa piacere che si parli di me anche lontano dalla mia città”. Due colleghi nel mondo del pallone, due potenziali fuoriclasse mai diventati abbastanza maturi: Insigne ha parlato di Cassano e Balotelli “Antonio, nei suoi primi anni e quando non c’erano Messi e CR7, era da Pallone d’Oro. Purtroppo non ha avuto la testa giusta per sfondare, altrimenti… Mario? Ha solo 27 anni, l’età è ancora dalla sua. Ciò che gli serve è capire quanto sia forte e che potenzialità abbia. Spero ci riesca prima di smettere col calcio”. Parlando di Napoli, Insigne lo ammette: “Potrebbe essere l’anno buono, lo sappiamo. Gli altri anni scendevamo in campo sapendo che una partita la potevamo anche pareggiare, ora non è più così. Roma e Inter sono al nostro livello, il livello è alto e ci divertiremo. Dispiace essere usciti dalla Champions, nella prima gara abbiamo sottovalutato lo Shaktar e ciò ci ha penalizzato. Ora, però, c’è l’Europa League, un’altra competizione affascinante”. Lorenzo è fresco di rinnovo con il Napoli fino al 2022: azzurro a vita? “Vediamo, per com’è fatto il Presidente, magari domani si sveglia e vuole vendermi… nel calcio le cose si decidono sempre in due, vivo al momento. Io bandiera come Totti o Del Piero? E’ un onore essere paragonato a chi ha fatto la storia del nostro calcio, a 26 anni posso migliorare ancora tanto e spero di continuare ad essere utile al Napoli come alla Nazionale per ancora qualche anno”. Infine, una confessione: gol di Higuain al San Paolo, Insigne gli si avvicina e dice qualcosa: “Cosa? Non ve lo dirò, gli ho detto due parole in dialetto. Mi ha capito eccome: dopo tre anni con noi avrebbe dovuto rispettarci, come d’altronde ha fatto lo scorso anno sia durante la gara d’andata che in quella di ritorno. Esultarci in faccia dopo aver messaggiato con qualcuno di noi durante la vigilia non è un gran bel gesto”.
L’intervista completa su La Gazzetta dello Sport