Come Calzona ha iniziato a cambiare il Napoli

Scelte coraggiose, studio e dominio: questi i primi 90' di Calzona sulla panchina del Napoli. Una sfida preparata in quarantotto ore, dopo l'esonero all'«all'amico di famiglia»: doloroso, ma «ai tifosi dobbiamo dare qualcosa in più» motivato da De Laurentiis, che hanno portato l'attuale CT della Slovacchia indossare la tuta del Napoli. Contro il Barcellona, la sfida dell'andata degli ottavi di finale di Champions League è terminata 1-1, rimandando il discorso qualificazione al ritorno.

Di fronte a un avvio di gara importante da parte dei blaugrana, il Napoli si è dimostrato attento e concentrato. Le due firme d'autore di Lewandowski e Osimhen: nel mezzo tanta (tantissima!) tattica. Scopriamo insieme come il Napoli è riuscito a sopravvivere a 20' dominanti deI blaugrana.

L'avvio del Barcellona e la risalita del Napoli

Quando al 3' Gundogan si inserisce nello spazio tra difensore centrale e terzino il copione dei primi minuti diventa chiaro a tutti. È così che Xavi ha cercato di prepararla per creare grattacapi al Napoli. La posizione di Pedri - che in formazione parte alto a sinistra - e quella dell'ex Manchester City sono spine nel fianco per la retroguardia difensiva azzurra. La comunicazione tra difesa e centrocampo accende la spia rossa ed il talento degli spagnoli inizia a venire fuori. Le occasioni sono tante, ma un Meret in forma smagliante e la poca precisione del Barça salvano il Napoli.

 

 

Piccoli passi e zero parole: anche quando il suo Napoli viene sovrastato. Questi i primi minuti di Calzona. Che riflette, studia e decide: uscita forte dei centrali su Pedri e Gundogan. È in questo momento che il Barcellona viene «preso per la gola» dal Napoli. Rrahmani e Juan Jesus guidano la risalita degli azzurri, che prima resistono alle avanzate dei catalani, poi guadagnano spazio e metri. Anguissa si sposta sul lato sinistro, quello di Kvaratskhelia, per offrire maggiore supporto fisico al georgiano. La forza di Koundé, accompagnata da Christensen in copertura, bloccano le idee del talento georgiano. Non a caso, le azioni offensive degli azzurri si sviluppano maggiormente sul lato sinistro: dove anche Cajuste riesce a determinare su De Jong, su cui pesa un'ammonizione al 16' per fallo su Di Lorenzo.

 

 

La scelta del coraggio

Al 60' il Barcellona sfrutta un'uscita sbagliata su Pedri di Rrahmani e trova il vantaggio di Lewandowski. Glaciale e determinante, il polacco trova una rete pesante al Maradona. Ma è sempre la posizione degli interni a dare fastidio al Napoli. E quando Rrahmani con la coda dell'occhio vede l'inserimento di Pedri è già troppo tardi: testa alta, tunnel e pepita d'oro servita all'attaccante polacco. Sì, un cioccolatino da scartare.

 

 

La partita subisce una svolta - positiva - quando il tabellone del quarto uomo vede il numero 77. Quando manca poco più di 20', Calzona decide di far accomodare in panchina Kvaratskhelia per Lindstrom. Dentro anche Traorè per Cajuste. Il georgiano appare non contento, ma è proprio in quei minuti che il Napoli torna alla carica: ha un'altra faccia. La fisicità del trio difensivo spagnolo non è più un problema: devono prendere le misure sul danese, e ciò non avviene mai. Stesso discorso per l'ex Sassuolo che riesce ad offrire un collegamento intrigante tra centrocampo ed attacco.

Tutto su Osimhen: Calzona si affida al nigeriano

Così al 75' arriva il pari di Osimhen. Il segno del fuoriclasse. Tenuto a bada dalla coppia Araujo-Martinez, il centravanti nigeriano prende il tempo sullo spagnolo, lo anticipa e deposita il pallone alle spalle di Ter Stegen. È al 60% delle sue forze. Non offre opzioni nel lungo alla squadra perché è in cerca della forma migliore. Ma mai mostrare il sangue agli squali: primo pallone giocabile e gol pesante che spinge il Napoli a salire su quell'aereo direzione Barcellona con sogni e speranza. 

 

 

Rinunciare al nigeriano? No, grazie. Calzona ha le idee chiare e punta sull'ex Lille dal 1'. Poi segna e lo sostituisce. Il motivo, appunto, riguarda la forma fisica non ottimale. Ma in quest'ultima parte di stagione, l'allenatore di Vibo Valentia potrà contare - salvo sorprese - sulla voglia di tornare ad incidere di Victor Osimhen. Via maschera e pregiudizi: il Napoli devono accomodarsi sulle spalle larghe e pesanti del migliore calciatore in Serie A della scorsa stagione.

A cura di Gennaro Del Vecchio

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