Morte Bryant: dalla Contea di LA gli aggiornamenti sull'incidente

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A poche ore di distanza dal dramma che ha causato la scomparsa di Kobe Bryant e di sua figlia Gianna, Daryl Osby, capo dei Vigili del Fuoco della Contea di Los Angeles, ed Eliot Simpson, rappresentante dell'agenzia investigativa del Governo USA "NTSB", hanno fatto chiarezza sull'accaduto per mezzo di una conferenza stampa. Le identità dei soggetti che erano a bordo dell'elicottero (otto più il pilota, unico ancora non identificato) non sono ancora state rese note dalle forze dell'ordine statunitensi, ma sono state confermate dai parenti dei diretti interessati.

In attesa del resoconto del lavoro svolto dalla NTSB, che ha inviato 18 uomini sul luogo dello schianto, Osby non si è sbilanciato al momento del rilascio delle prime dichiarazioni. Di seguito, le sue parole.

LE DICHIARAZIONI DELLO SCERIFFO

h 23.40 - “Alle 9.47 (18.47 italiane, ndr) di questa mattina il 911 ha ricevuto una telefonata: segnalavano un elicottero che ha preso fuoco. A bordo dell’elicottero c’erano nove persone: il pilota e altre otto. Purtroppo, non ci sono indizi tali da poter presupporre che qualcuno sia sopravvissutto all'incidente. Al momento, però, è del tutto inappropriato identificare i soggetti con il loro nome, lo faremo in una fase successiva. Per quanto riguarda le cause dell’incidente, è di competenza della NTSB (un’agenzia investigativa indipendente del Governo USA, che indaga sugli incidenti relativi ad aerei, navi, treni e gasdotti, ndr) spiegare certe sfumature. Siamo in attesa delle loro comunicazioni”

“Pompieri e paramedici hanno collaborato sul luogo dell’incidente, abbiamo optato per l’intervento dei secondi per provare a individuare eventuali sopravvissuti: non ne abbiamo trovati. Abbiamo impiegato un’ora per spegnere l’incendio, la presenza di magnesio ha di gran lunga peggiorato la situazione determinando un aumento delle fiamme. Prima di procedere con qualsiasi annuncio relativo alle persone che erano a bordo, attendiamo la fine delle indagini”

Proprio per quanto riguarda l'ultimo aspetto, però, le identità dei soggetti coinvolti sono state già confermate dai loro conoscenti: oltre a Kobe e la figlia Gianna, a bordo dell'elicottero sembrerebbe che ci fossero una compagna di squadra di quest'ultima, Alyssa Altobelli, e i genitori di questa, John e Keri. Pare che anche Christina Mauser, assistant coach di Bryant - che allenava la squadra della figlia -, fosse in viaggio con l'ex cestista: l'ha spiegato il marito, annunciandolo sui suoi canali social. Con loro anche Sarah e Payton Chester, madre e figlia residenti ad Orange County, e il pilota di origini armene Ara Zobayan. Il medico legale della contea di Los Angeles, Jonathan Lucas, ha fatto presente che potrebbero volerci diversi giorni per recuperare i corpi a causa delle condizioni accidentate del luogo dell'impatto.

LE CAUSE DELL'INCIDENTE

Quanto alle cause dell'incidente, non è da escludere che siano da ricondursi alle condizioni metereologiche: persino le forze dell'ordine di Los Angeles, ieri mattina, avevano rinunciato all'utilizzo degli elicotteri di servizio a causa della nebbia. Bryant, che viaggiava su un s-76, il modello di punta della casa produttrice di elicotteri Sikorsky, aveva invece preso comunque il volo verso Thousands Oaks, dove avrebbe dovuto assistere ad un match della Mamba Cup.

TMZ ed ESPN hanno raccolto alcuni dati relativi al viaggio dell'elicottero sul quale si trovava Bryant: innanzitutto, sembrerebbe che il pilota avesse già avvertito la torre di controllo più vicina della scarsa visibilità causata dalla nebbia, al punto che, prima di perdere definitivamente il contatto con i controllori, si stesse muovendo seguendo le loro indicazioni, rassegnato oramai all'impossibilità di vedere al di là delle nuvole. TMZ ha poi riportato il tracker di volo che avrebbe seguito l'elicottero sul quale si trovava Kobe: 

"Quando il velivolo si trovava all'incirca sopra lo zoo di Los Angeles, il pilota ha preso atto dell'impossibilità di seguire il percorso predeterminato. Ha così optato per una riduzione dell'altitudine a cui volava (scendendo a circa 260 metri), con l'obiettivo di sorpassare la zona di fitta foschia evitando ogni genere di problema. L'elicottero si sarebbe però in questo modo avvicinato alla zona di Calabasas, a nord-ovest di LA, dove si trova una collina alta circa 500 metri. E questa sarebbe la ragione dello schianto"

 

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