Anastasio, l’X Factor del Monza: "Galliani, il Liverpool e i consigli di papà"
Non ha ancora conosciuto Berlusconi, ma ha già fatto impazzire di gioia Adriano Galliani. Negli spogliatoi pochi minuti dopo il termine della gara contro la Sambenedettese (Girone B di Serie C) di sabato scorso, l’ad del Monza lo ha abbracciato proprio come faceva con Shevchenko e Kakà negli anni d’oro del suo Milan.
“Ma ti rendi conto? Ha esultato per un mio gol!”, Armando Anastasio sorride quasi incredulo. Ironia che lascia spazio alla realtà: un bolide di sinistro da lontanissimo e palla che si insacca all’incrocio e regala alla squadra di Brocchi (adesso quinta in classifica) un preziosissimo successo per 3-2 al minuto 97 contro la Sambendettese nel Girone B di Serie C.
"Così ho scelto Monza. E in passato il Liverpool..."
“Ne ho fatti altri in carriera, ma questo è stato sicuramente il gol più bello e il più importante perché ha permesso alla squadra di ottenere una vittoria a pochi secondi dalla fine. Sì lo ammetto, è stata davvero una grande emozione. Quello che conta però è la vittoria della squadra”, racconta Anastasio in esclusiva a GianlucaDiMarzio.com.
Lui, esterno sinistro difensivo classe 1996, arrivato a Monza in prestito dal Cosenza nel corso del mercato di gennaio appena concluso. “La trattativa è stata breve, anche se erano diverse le squadre interessate a me. Quando il mio agente mi ha detto del Monza, però, non ci ho pensato un attimo: questo è un club ambizioso, con un progetto importantissimo. Sono davvero felice di essere qui”, racconta Anastasio.
Cartellino di proprietà del Napoli, nel curriculum una promozione in Serie A conquistata con la maglia del Parma, diverse esperienze in Serie B e un corteggiamento… d’Oltremanica: “E’ vero, mi voleva il Liverpool. Era il 2010, io giocavo la Youth League con il Napoli e ci fu la possibilità di trasferirmi in Reds. Poi non se ne fece nulla”. Con il Napoli che lo blindò poche settimane dopo con un nuovo contratto.
Armando Anastasio, l'X Factor del Monza
“Io l’X factor del Monza? Me lo chiedono tutti, giuro: non sono parente di Anastasio (il famoso rapper napoletano vincitore della dodicesima edizione di X Factor, ndr), non lo conosco nemmeno. Amo la musica sì, ma il Reggaeton, tutt’altro genere”, ammette sorridendo Armando. Uno che a Monza hanno già ribattezzato Il Principe: “Ma non so perché! A Cosenza mi chiamavano ‘Il Tronista’, diciamo che ovunque sono stato mi hanno sempre dato soprannomi particolari”.
Battuta pronta e sorriso stampato sul volto, Anastasio però torna serio quando si torna a parlare di Monza: “Sappiamo di essere forti e abbiamo grandi ambizioni, ma dobbiamo pensare partita dopo partita. Io sarò soddisfatto solo dopo che avrò dato tutto per provare a portare il Monza più in alto possibile”, racconta l’ex Cosenza. Che fuori dal campo è “un ragazzo tranquillo, come tutti gli altri”. Tranne però quando accende la PlayStation per sfidare online il cugino Gennaro Tutino, oggi calciatore del Cosenza: “In quei momenti succede di tutto, ma davvero! Per me lui è come un fratello, siamo cresciuti insieme”.
Anche grazie a i consigli di papà Paolo, ala destra passata anche da Empoli e Siracusa negli anni ’70: “Consigli tecnici non me ne dà mai, ma ci tiene che fili sulla retta via”, ammette Armando Anastasio. Che dopo il gol con la Sambenedettese si è lasciato andare ad una corsa liberatoria senza maglia, con qualche tatuaggio in bella mostra. Uno ‘sgarro’ alla regola presidenziale che per una volta, però, difficilmente farà 'arrabbiare' qualcuno in casa Monza.