Montella 2.0 e la Fiorentina, storia di un ritorno

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“Nessuno mi ha chiamato, Pioli merita di finire la stagione”, pochi giorni fa Vincenzo Montella aveva dribblato così la domanda sul suo possibile ritorno alla Fiorentina. Sincerità o pretattica non è dato saperlo, quello che conta è il risultato: l’’Aeroplanino’ torna a Firenze dopo 4 anni e riabbraccia il viola, colore che ha fatto suo dal 2012 al 2015. Tre anni e tre quarti posti in campionato. Una finale di Coppa Italia e una semifinale di Europa League: “un’esperienza fantastica”, l’ha definita l’allenatore esonerato giusto un anno fa dal Siviglia.

Via Pioli, dimissionario dopo il periodo poco felice, dentro una vecchia conoscenza come Montella: la Fiorentina è andata sul sicuro, ha evitato traghettatori o soluzioni interne. Ha proposto all’allenatore classe ’74 un contratto fino al 2020. Il Montella 2.0 è pronto a mettersi in gioco: più maturo, più esperto, indurito dalle esperienze poco felici con Milan e Siviglia. Ritrova una città che lo ha amato nonostante l’addio burrascoso. Una clausola presente nel contratto portò ad una rottura irreparabile, condita anche da un botta e risposta piccato con i Della Valle. Il rapporto ora però si è ricucito, come affermato dallo stesso Montella in un’intervista di pochi giorni fa a Sky Sport.

 

Montella torna in panchina dopo un anno di stop: mai finora era rimasto fermo così a lungo. Nel frattempo però si è dato fare: ha frequentato un corso intensivo di lingua inglese, ha studiato i colleghi per farsi trovare pronto e ha cambiato anche look, facendosi crescere un’accattivante barba brizzolata. Non è mai stato con le mani in mano, ha sempre lavorato per crescere. Fin da quando da piccolissimo una malformazione cardiaca rischiava di interrompere il sogno di diventare giocatore.

Lo scugniziell non si arrese, superò il momento delicato grazie al presidente dell’Empoli Fabrizio Corsi che lo portò dall’allora medico della nazionale, il professor Zeppilli. Superato quello scoglio non si è mai fermato, anche aiutato dalla famiglia, che lo ha sempre appoggiato in tutto. Il padre operaio, la madre casalinga: elementi fondamentali per la crescita del giovane Vincenzo, cresciuto nel mito di Van Basten.

 

Da qui nasce la voglia di non mollare mai di Montella, che ha fatto della tenacia il suo tratto distintivo anche in panchina. Non lascia nulla al caso, ogni conquista è frutto di studio: dopo il diploma da ragioniere preso da privatista ha scelto la facoltà di Scienze Motorie per chiudere il suo corso a Coverciano. Il calcio e la psicologia le sue più grandi passioni, unite alla lettura. Ama Ken Follet e Dan Brown ma il suo scrittore preferito è Paulo Coelho. Tanto che quando approdò sulla panchina dei Giovanissimi della Roma regalò a tutti i suoi giovani cacciatori il libro l’Alchimista, per insegnargli il valore della perseveranza.

Appassionato da sempre di tecnologia, passa ore davanti all’Ipad per studiare tattiche e nuovi programmi funzionali all’allenamento. insomma, un allenatore completo e in grado di reinventarsi ogni volta. Ci proverà anche nella sua nuova avventura alla Fiorentina, squadra con cui ha toccato il punto più alto della sua idea di calcio.

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