La nuova vita di Modesto allenatore: "Rende? Idea nata in prima media. Ora capisco Giampaolo"

Il pallone ha smesso di rincorrerlo ormai da tempo, dopo una carriera ricca di soddisfazioni. Scelta netta, definitiva. “Nemmeno una partita a calcetto con gli amici e mai una partitella insieme ai ragazzi durante gli allenamenti”. Un taglio netto con il passato, la nuova vita di Francesco Modesto oggi prevede altro: “Ma sempre calcio, anzi peggio! Mia moglie è disperata: da calciatore al termine della gara finiva tutto, oggi invece devo rivedere il match, pensare al lavoro da organizzare. Prima la cosa principale era gestirmi al meglio, adesso invece devo pensare a 22 ragazzi…”. I suoi ragazzi, quelli del Rende, squadra di cui da inizio stagione Modesto è diventato allenatore.

Girone C di Serie C, quattro partite e tre vittorie consecutive (ko contro il Catania nell’ultimo match di campionato), 9 punti in classifica, due in meno rispetto al Trapani capolista: “Questa estate il presidente mi ha dato questa bella responsabilità”, sorride Modesto intervistato in esclusiva da GianlucaDimarzio.com, “Il Rende è un club molto organizzato, con un gruppo di calciatori che mi stanno riempiendo d’orgoglio per l’impegno e la partecipazione che stanno dimostrando. Il campionato è lungo e difficile, io sono giovane e devo pensare a crescere. Ma qui a Rende si lavora bene”.



A RENDE PER MERITO DEL… FIGLIO. E CHE DIFFERENZA LA VITA DA ALLENATORE

A Rende dove arrivò da calciatore per ‘merito’ di uno dei suoi quattro figli: un’idea nata in classe, prima media!Ma quello è stato solo il primo contatto – sorride divertito Modesto – mio figlio andava a scuola con il figlio del direttore generale Ciardullo e io in quel periodo volevo capire se avevo ancora voglia di giocare a calcio. Poi ho parlato con il Presidente e da lì è nato tutto”. Era l’ottobre del 2016. “A Rende ho trovato un gruppo splendido allenato molto bene da Trocini, poi però un nuovo infortunio…”, carriera da calciatore definitivamente conclusa. “Ma è lì che è cominciata quella da allenatore: inizio a guidare la formazione Juniores, un anno ricco di soddisfazioni, bellissimo. Poi quest’estate…”.

Da calciatore ad allenatore, Modesto racconta il suo nuovo mondo: “L’importante secondo me è porsi con il modo giusto e provare a entrare nella testa di tanti ragazzi con personalità diverse. Negli spogliatoio oggi ci sono cuffie, musica alta e cellulari: ai miei tempi, almeno all’inizio, non era così… ma è una cosa figlia dei tempi, poi si va in campo e si dà il massimo anche oggi. Questa è solo una generazione diversa”. E un allenatore giovane capisce anche se a volta non approva del tutto… “Ai miei tempi si facevano molti più scherzi e c’era più dialogo tra calciatori. Ma non sarò io ad abolire i cellulari nello spogliatoio”, sorride Modesto. "Ho 36 anni e mi ritrovo ad allenare ragazzi di 21: si crea un bel feeling, c’è vicinanza”, prosegue.


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DA GIAMPAOLO A GASP FINO A JURIC: A SCUOLA DI… PANCHINA

Una situazione che lo stesso Modesto ha vissuto da calciatore… “Giocavo ad Ascoli, Giampaolo aveva la stessa età che ho adesso io (36 anni, ndr): solo ora capisco quanto è stato bravo nella gestione dello spogliatoio. Le sue squadre giocano un calcio completamente diverso da quello che propongo io, ma è davvero bello vederle giocare. Giampaolo è davvero un bravissimo allenatore”.

I modelli di riferimento però sono altri e per capirlo basta chiedere a Modesto in che modo gioca il suo Rende: “3-4-3, voglio un gioco propositivo. Sono stato ‘influenzato’ da Gasperini, Juric (che è stato anche sui compagno di squadra, ndr), Mazzarri… mi piace quest’idea di calcio! Ho avuto la grande fortuna di essere allenato da grandissimi allenatori. Questo non significa fare copia/incolla da loro, ma sicuramente sono dei modelli da seguire”. Con entusiasmo, umiltà e voglia di apprendere: qualità che a Modesto non mancano di certo. E che in molti hanno già notato, anche Crotone. “Dopo Gasperini e Juric… Modesto per la panchina rossoblù del futuro? L’ho sentita altre volte... Io a Crotone ci sono nato, ho i miei amici, è una città che ho nel cuore. Ma tre partite non fanno un allenatore. Ora penso solo al Rende”, prosegue Modesto.



“QUELLA VOLTA CHE PROVAI A TAGLIARE IL CODINO A PALACIO”

Flashback con il passato, il Modesto allenatore apre l’album dei ricordi e lascia spazio al Modesto giocatore. Esterno sinistro dalla grande corsa con 383 presenze tra i professionisti, 201 di queste in Serie A con le maglie di Reggina, Genoa, Bologna, Parma e Pescara. “Il salto dalle giovani alla Prima squadra con il Cosenza e l’esordio in Serie B sembrava già un sogno. Io, ragazzino, al fianco di campioni come Lentini, Strada, Imbriani, ricorda Modesto. “Poi il passaggio al Palermo, la vittoria del campionato di Serie B e poi il trasferimento alla Reggina”.

Qui Modesto si ferma un attimo per mettere in ordine i ricordi: “Che impresa! Nessuno credeva in noi, eravamo partiti da -15, poi -11, riuscimmo a salvarci battendo record su record. Una stagione straordinaria, come il pubblico del Granillo: stadio sempre pieno, entusiasmo pazzesco. E poi c’era Amoruso: il più forte con cui ho giocato. Straordinario: aveva tutto, talento, carisma, gol. Ripeto, straordinario”.

Detto da uno che ha giocato con campioni di primissimo livello… “Sono sicuro che dimenticherò qualcuno! Al Genoa c’erano Milito e Thiago Motta: che attaccante Diego. Professionista super, con una qualità: faceva gol. Sempre e comunque, in ogni modo. Ma anche a Parma avevo dei compagni fortissimi, sono stato fortunato in questo! A Crotone (estate 2014, ndr) invece mi è tornata la voglia di giocare… venivo da anni in cui a calcio avevo giocato poco: è stata un’altra avventura davvero bella”. Ricordi, tanti. Alcuni impossibili da raccontare: spogliatoio luogo sacro.

Ma Modesto si lascia andare una confessione: “Con Palacio avevo un rapporto bellissimo, gli dicevo sempre che prima o poi gli avrei tagliato il codino. Un giorno dopo l’allenamento mi ritrovai con una forbice in mano e mi avvicinai a lui. Credimi è impazzito, per difendersi sarebbe stato pronto a tutto…”. Sorride Modesto. Che ha un solo rimpianto: “Nel 2006 mi voleva la Roma, ma la Reggina non mi liberò. Sentivo che ero pronto per quell’avventura, per giocarmi le mie chance”. Passato che non cambia di una virgola il presente. “Perché oggi finalmente ho ritrovato la serenità, in campo e fuori. Mi godo la mia splendida famiglia, ho 4 figli, dei doni di Dio”, racconta Modesto. Senza filtri, felice. Ambizioso. Così come il suo Rende: giovane e spensierato. Con licenza di continuare a stupire. Google Privacy