La rivincita di Wright-Phillips: scarto in Inghilterra, bomber in MLS
Quando segnò il gol numero 100 con la maglia dei New York Red Bulls scrisse: “Papà, ho sempre sognato di fare una cosa del genere da quando ho visto te farla con la maglia dell’Arsenal”. Gli occhi di un bambino, fiero di un genitore come Ian Wright, che ha scritto pagine di storia della Premier League con la maglia dei Gunners. Lui, Bradley Wright-Phillips, ha invece lasciato un segno indelebile nella storia della Major League Soccer: con la rete segnata ai San Jose Earthquakes, è diventato il primo calciatore nella storia di questo campionato a segnare 20 o più gol in tre stagioni diverse (27 nel 2014, 24 nel 2016 e 20 and counting nel 2018).
Con 124 reti all’attivo, è il miglior marcatore nella storia dei Red Bulls. Per questo, il club ha ritirato la sua maglia lo scorso agosto: la numero 99, quando Wright-Phillips non farà più parte della squadra, non sarà indossata da nessuno. Fu subito chiaro che negli Stati Uniti avrebbe trovato un mondo diverso, rispetto all’Inghilterra che aveva lasciato dopo mille difficoltà. Cresciuto nel settore giovanile del Manchester City, insieme al fratello Shaun che è di quattro anni più grande, non è mai riuscito a trovare spazio e continuità. Arrivò al Southampton nel 2006 col soprannome di Coca-Cola boy, perché parte del suo acquisto da mezzo milione di sterline fu finanziato dalla famosa azienda. Due anni dopo, sempre con la maglia dei Saints, fu sospettato e indagato per furto, accuse poi cadute per insufficienza di prove. I prestiti in serie minori sono stati la molla che ha portato ad accettare subito l’offerta arriva d’oltreoceano.
Alla prima stagione, 27 reti in campionato e una tripletta che lo renderà il primo inglese a farne una in MLS. “E fidatevi di me, ne avrebbe dovuti fare 35-40 tranquillamente”. Parole di Thierry Henry, suo compagno di squadra nel 2014, nonché l’uomo che raccolse il testimone di Ian Wright quando lasciò l’Arsenal. Di padre in figlio non si è trasmessa solo l’attitudine a fare gol, ma anche quella passione speciale per musica. Così, se Ian nel 1993 cantava Do The Right Thing, Bradley ha dato vita ad una rap battle con Yannick Bolasie, centrocampista dell’Aston Villa.
Resta tuttavia ancora una cosa da fare. A due giornate dalla fine della stagione regolare, il posto ai playoff è stato blindato. Ma i Red Bulls di Wright-Phillips non hanno mai vinto la MLS. Hanno sfiorato lo storico traguardo nel 2015, nella finale persa con Portland, e poco altro. Sarebbe questo il modo più bello, per consacrarsi nella storia del calcio americano. Perché nel cuore dei tifosi ha saputo fare breccia già da tempo.