Impresa Mirandés: otto anni dopo è in semifinale di Copa del Rey
Otto anni fa a Miranda del Ebro nessuno si sarebbe aspettato di poter avere una rivincita. Il Mirandés, la grande sorpresa della Copa del Rey 2012 era stato eliminato dall’Athletic Bilbao in semifinale, dopo aver compiuto un cammino che aveva dell’incredibile in cui aveva fatto fuori sei squadre, di cui tre di Liga.
Erano in Segunda B, la terza divisione spagnola, e si fermarono giusto a un passo dalla finale. Un percorso che da buono divenne sorprendente grazie alla prima grande eliminazione, quella del Villarreal, che a otto anni di distanza torna nella storia del Mirandés, stavolta per regalargli di nuovo la possibilità di giocarsi una semifinale.
L'impresa col Villarreal
Un 4-2 contro il Submarino Amarillo ad Anduva, lo storico stadio di Miranda, che cambia ancora una volta la storia di un club che ha un’affinità particolare con questa competizione. In campionato viaggia a distanza di sicurezza della zona retrocessione e non sembra avere le ambizioni per puntare ai play-off che portano in Liga, ma la Copa per il Mirandés è un’altra cosa, soprattutto se le sensazioni sono le stesse del 2012.
Prima del Villarreal era toccato a Celta Vigo e Siviglia. Vero, questa volta non c’è Pablo Infante, l’idolo di quella edizione, il calciatore part-timer che da dilettante si ritrovò a vincere la classifica marcatori della coppa nazionale. No, i protagonisti sono altri, ma tutti con quel grande feeling con il torneo che contraddistingue il club: ad esempio Matheus Aias, brasiliano trapiantato nel nord della Spagna, è in testa alla classifica marcatori con 5 gol assieme a Isak della Real Sociedad, ma in campionato ha segnato appena due volte.
E ci ha messo la firma anche nei 4 gol segnati nella clamorosa sfida col Villarreal, non pazza quanto lo storico quarto di finale vinto con l’Espanyol con rimonta completata al 92’, ma comunque eroica considerando la dimensione del club. Due volte in vantaggio il Mirandés, due volte rimontato dal Villarreal, prima di segnare su palla inattiva il gol del terzo sorpasso e in contropiede il 4-2 qualificazione.
Una città di 35.000 abitanti che torna a vivere un sogno così grande, favola degna di questa splendida edizione della Copa del Rey che con il nuovo format ha dato anche alle piccole realtà la capacità di imporsi. Non ci sono riuscite per poco Andorra e Ibiza, ce l’ha fatto il Mirandés, matagigantes (ammazza-giganti, come vengono chiamate le squadre che eliminano avversarie di categoria superiore) professionista.
La rinascita del 2013
E pensare che questa squadra ha rischiato di non esserci più poco dopo il miracolo del 2012. Servivano soldi per iscrivere il club al campionato, ma l’azionista in cui tutti facevano affidamento non riuscì a trovare il denaro necessario. Giocatori e dirigenti si riunirono per salvare il club con uno sforzo straordinario e da lì hanno ricostruito gradualmente la squadra che oggi sogna la finale di Copa del Rey.
Ci sarà un sorteggio per conoscere l’avversaria, che potrebbe essere ancora l’Athletic, qualora dovesse eliminare il Barcellona. Ma a Miranda del Ebro i tifosi rojinegros probabilmente non aspettano rivincite impossibili, ma solo l’occasione di tornare nello stadio di Anduva per vivere il proprio sogno, ancora una volta nella loro Copa del Rey.