Il paradosso di Milik: dalle critiche ai numeri da miglior bomber dell'OM nel XXI secolo

Con la tripletta realizzata venerdì sera nel match di Ligue 1 contro l'Angers, Arkadiusz Milik è salito a quota 23 gol nelle sue prime 37 presenze con la maglia dell'Olympique Marsiglia (media di un gol ogni 104 minuti). Hat-trick e pallone portato a casa: "Riuscite a sentirmi? Tripletta", ha scritto su Instagram la mattina dopo la grande serata del Vélodrome: un messaggio che mescola gioia e riscatto personale, dopo settimane in cui non è stato risparmiato dalle critiche. "Sono contento per te, te lo meriti dopo tutto quello che hai sofferto", la dedica del presidente Longoria per il suo bomber polacco. Che segna sempre tanto ma che nonostante questo non ha passato un periodo facile.

 

La storia di Milik a Marsiglia



Sì, sembra assurdo a guardare i suoi numeri, ma è così: fino a due settimane fa c'era anche chi non si sarebbe neppure lamentato di una sua cessione nel mercato invernale, anzi, quasi l'avrebbe vissuta come la liberazione di un peso. Ma facciamo ordine: Milik arriva a Marsiglia nel gennaio 2021 alla sorpresa generale. In un momento in cui l'OM dava ancora l’impressione di essere un lontano parente dello squadrone francese con la miglior bacheca di trofei, sul Vieux Port arrivava uno dei migliori attaccanti a livello europeo. Fermo da sei mesi, sì, a causa della decisione del Napoli di metterlo fuori rosa, ma pur sempre Arkadiusz Milik (38 gol in 93 partite in Serie A).

Dall'incredulità alla realtà: il trasferimento si fa e Arek a Marsiglia comincia a segnare subito. Saranno 10 i gol in 19 presenze da febbraio a fine maggio. All'Europeo sembra arrivare lanciato. A Marsiglia sono convinti che se dovesse far bene con la Polonia, di lì a qualche settimana lo avrebbero visto partire subito, in direzione di uno squadrone europeo. Rimpiangendolo. Poi il suo ginocchio si ferma di nuovo, nell'ultima partita di Ligue 1 dello scorso anno (dove segna, peraltro). A fine partita sente un fastidio e gli esami confermeranno giorni dopo: il problema al ginocchio è serio. Niente Euro 2020.

 

 

Milik si mette a lavorare tutta l'estate. Guarda i compagni in televisione e trova la carica per ripartire. Torna in campo il 30 settembre, nel match di Europa League contro il Galatsaray (entrato al 61' al posto di Bamba Dieng), e se non fosse stato per una decisione del Var avrebbe avuto sui piedi un calcio di rigore che era già pronto a battere, per provare a sbloccarsi subito e ripartire. Ma il gol arriverà dopo due settimane, in Ligue 1, il 17 ottobre. Arek inizia a giocare con più frequenza ma non trova la continuità della passata stagione. La mancata preparazione atletica si fa sentire e la fiducia per un attaccante si sa, va di pari passo coi numeri.

E poi c’è da aggiungere il cambio modulo di Sampaoli: dal 3-5-2 arrangiato al suo arrivo in panchina a fine febbraio scorso, al 3-3-3-1 di oggi (variabile in corso d'opera) che a volte lo 'isola' troppo al centro dell'attacco. "A volte durante le partite guardo il cronometro: sono passati venti minuti e ho toccato solo un pallone", diceva Milik due settimane fa. Dimostrazione di come con il nuovo modulo ancora non fosse in armonia. Sampaoli nelle ultime settimane lo aveva tenuto in panchina, a volte senza neanche farlo entrare a gara in corso, facendolo diventare quasi un oggetto misterioso. Ma da quel 17 ottobre i gol erano comunque arrivati: 4 in Europa League e 5 in Coppa di Francia. Prima della tripletta di venerdì che gli permette di stare ancora al passo di una leggenda di quelle parti, come Didier Drogba.

 

 

Eh sì. Perché nonostante moduli e lamentele di una parte della caldissima piazza marsigliese, nessun bomber dell'OM - nel ventunesimo secolo - ha segnato come Milik nelle prime trentasette partite in maglia biancazzurra. Drogba, nell’unico anno a Marsiglia (che comunque bastò per far impazzire e innamorare tutti i tifosi e rimanere per sempre impresso nella loro memoria) alla 37ª partita dal suo arrivo aveva segnato gli stessi gol ed era lanciato per rimanere per sempre nella storia del club e della città. 

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