Vale la pena per Milan e Inter lasciare San Siro?
Ormai sembra deciso: Milan e Inter dovrebbero abbandonare lo Stadio Giuseppe Meazza. Le due squadre da anni stanno dialogando con il Comune di Milano. Ripercorrendo le varie tappe, un primo progetto riguardava la demolizione dello stesso San Siro con la costruzione di un nuovo stadio lì. Per poi passare a una Cattedrale nuova da zero, sempre con Milan e Inter insieme soprattutto per un fattore finanziario e di divisione delle spese. Quest'ultima ipotesi però, che sembrava la più fattibile, nelle ultime settimane sembra essere stata abbandonata. A maggior ragione dopo l’incontro tra il Sindaco Sala e i due club dove i rossoneri hanno comunicato l’intenzione di fare uno stadio a parte. Ora lo scenario è quello di due impianti separati.
Nel caso del Milan c’è il terreno dell’Ippodromo La Maura, appena un chilometro di distanza dal Meazza. Già un accordo di preacquisto, ma non verrà ceduto prima della fine del 2024. Mentre per l’Inter l’area designata è tra Rozzano e Assago, vicino al Mediolanum Forum, già casa della squadra di basket Olimpia Milano.
Nuove infrastrutture e stadi di proprietà: il gap dell'Italia
Il calcio italiano di sicuro ne trarrebbe vantaggio. Il paragone a livello di infrastrutture con gli altri top 5 campionati è imbarazzante. Dal 2000 in poi, i nuovi stadi costruiti in Italia sono appena 3 (Allianz Stadium, Dacia Arena e il Benito Stirpe di Frosinone), come noi solo la Spagna. Il paragone con la Premier League è utopistico quanto spontaneo. I nuovi impianti, solo nel massimo campionato, sono 6, senza contare le decine di altri stadi delle serie minori che farebbero invidia a tanti della nostra Serie A. Impianti, quelli dalla Championship in giù, che spesso non vengono neanche sfruttati a dovere o riempiti per un quarto. Dal nostro studio, si evidenzia come in Italia si sia puntato più sull’ammodernamento: 10 gli stadi rinnovati, contro gli 8 in Inghilterra.
Nuovi stadi vorranno dire stadi di proprietà. Di conseguenza più incassi per il club che potrà modificare l’impianto a proprio piacimento offrendo più comfort agli spettatori. Nonostante stadi più piccoli, la Premier League fa registrare 38 mila spettatori in media, con il 96% del riempimento. Contro i 25mila della media italiana e un riempimento degli impianti del 59%, il più basso tra i maggiori campionati. Con due nuovi impianti del genere, la Serie A darebbe una significativa svolta sul piano delle infrastrutture per provare ad avvicinarsi alle grandi europee.
Ma ne vale la pena per Milan e Inter fare due stadi separati?
Venendo al discorso per Milan e Inter. Sicuramente lo stadio di proprietà implica anche maggiori costi, che verrebbero comunque coperti dagli incassi, anche extra calcio. Per esempio, l’Arsenal ha investito più di 400 milioni di sterline per la costruzione dell’Emirates. La massima avanguardia però è stata raggiunta dal nuovo stadio del Tottenham. 750 milioni spesi per l’impianto con sedili riscaldati, un percorso panoramico sul tetto e un’acustica da teatro lirico per i cori dei tifosi. Risultato? Nonostante un campionato non all’altezza, il Tottenham Hotspur Stadium è il secondo stadio della Premier League con la media spettatori più alta (oltre 61mila).
Se in Serie A sono appena 4 gli stadi di proprietà (Allianz Stadium, Dacia Arena, Mapei Stadium e Gewiss Stadium), solo in Premier League ce ne sono 14. Caso particolare quello del Wolverhampton con il Molineaux Stadium. Lo stadio è di proprietà del club dal 1889 e non a caso è stato uno dei primi in Europa a installare l’impianto di illuminazione.
Derby: stadi separati o uniti?
Passando alla questione derby. In Italia le squadre di Roma, Milano e Genova hanno un unico stadio. In questo caso non si ha la libertà di utilizzo o di effetuare ammodernamenti con il terreno che diventa più pesante se viene sempre utilizzato almeno una volta a settimana (quando va bene).
Diversi invece i casi in Premier League dove, anche se divisi da pochi chilometri, squadre delle stesse città hanno stadi diversi. Tra Anfield e Goodison Park (Liverpool ed Everton) c'è solo Stanley Park di mezzo, appena 45 ettari di terra. Ma si possono prendere in esempio anche Manchester e tutte le decine di stadi a Londra: Arsenal, Fulham, Chelsea, Crystal Palace, Tottenham...Qui entra in gioco anche un fattore culturale che vede i tifosi inglesi legati al proprio stadio molto di più rispetto agli italiani. Ci sono state vere e proprie rivolte quando si proponevano impianti condivisi con i rivali cittadini.
In conclusione, con uno stadio di proprietà più orientato verso lo spettatore, il club avrebbe incassi di gran lunga maggiori a quelli attuali per Milan e Inter. Ovviamente cifre come quelle di Arsenal e Tottenham, al momento, non sono minimamente nella disponiblità dei club italiani. Allargando la visione però, due nuove costruzioni del genere nella stessa città darebbe vita a un giro importante di lavoro dando la spinta definitiva al mercato immobiliare. Una fetta di mercato già in fermento a Milano con i Giochi Olimpici invernali del 2026, che vedrà proprio San Siro tra gli impianti protagonisti. Vantaggi per l'economia, il calcio italiano e le due squadre: ora è tempo di agire.
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