Milan, Furlani: "Il nuovo San Siro era infattibile"
Intervenuto al Social Football Summit allo stadio Olimpico di Roma, Giorgio Furlani ha parlato del futuro del Milan. L’amministratore delegato rossonero, inoltre, ha commentato la questione dello stadio e non solo.
"Stiamo avendo delle difficoltà sul progetto stadio"
In primo luogo, il CEO ha esposto un primo bilancio della sua esperienza al Milan: “La mia avventura al Milan è iniziata circa cinque anni fa. Siamo passati dall’inizio da una situazione di insolvenza e grossa crisi finanziaria, stavamo quasi per fallire. Ma adesso grazie a RedBird siamo in una fase di forte crescita. Intendiamo continuare così. Siamo passati da anni da 6º/7º posto alla Champions e allo Scudetto. Il bilancio a oggi è che è stata affrontata una prima fase del progetto, ma adesso dobbiamo continuare così”
Proseguendo, sui fattori che hanno portato a questa crescita del Milan: “C’è sempre stato un piano abbastanza chiaro. Dovevamo tornare ad avere buoni risultati in campo, gestire meglio i costi e investire nella parte commerciale. Stadio? Stiamo avendo ben difficoltà. Abbiamo provato a fare il progetto San Siro, ma non è più fattibile. Ci siamo buttati sul nuovo progetto di San Donato. Abbiamo comprato una società con un progetto per un’Arena, l’abbiamo modificato per costruire uno stadio. La mia esperienza però dice che lo stadio è difficile da fare in Italia, non voglio fare pronostici”.
"Togliere il decreto crescita sarebbe una follia"
Giorgio Furlani ha poi parlato delle cifre investite sul mercato dalla società negli ultimi anni: “Il progetto si basa sul successo sportivo. Gli interessi del tifoso e dell’azionista sono gli stessi. Le risorse che vengono create vengono necessariamente reinvestite nel calcio e continuare il ciclo positivo”.
Il CEO ha poi commentato la possibile modifica del decreto crescita nello sport: “Noi, come calcio italiano, ci troviamo in una situazione in cui ci troviamo tanti fattori contro. Dalle difficoltà dello stadio alla pirateria. Il Decreto Crescita è l’unica leva che il sistema ha per competere con il resto dei campionati europei. Il calcio è un’industria che attrae capitali, attraverso cui il paese ha un ritorno d’immagine. Grazie al decreto crescita (in vigore dal 2019) siamo arrivati a poterci permettere talenti che prima non potevamo comprare. Mi sembra una pazzia cancellarlo”.
"Il canale di Lega è un'idea interessante, ma non è senza rischi"
Il Milan tra tre anni: “Siamo in un percorso continuo di crescita, non mi piace fare pronostici, ma spererei di aver mosso dei passi in avanti verso lo stadio. Più facile vincere lo scudetto o pareggiare il bilancio? Se arrivi primo in campionato, è più facile poi far tornare i conti. Il centro di tutto rimane il calcio, se la squadra non funziona in campo, non funziona il resto. Insieme a tutte le società italiane dobbiamo lavorare insieme come sistema per far crescere il valore del prodotto Serie A”.
L’amministratore delegato ha anche parlato della possibilità di aprire un canale di Lega Serie A: “È un’idea interessante, ma non è senza rischi. Non ci sono prove che mostrano che sia una strada giusta. Non è stata fatta abbastanza analisi per capirlo. È molto interessante come concetto. La Lega ha deciso che non siamo pronti. Potrebbe essere un passo successivo? Chissà come cambierà il calcio tra cinque anni”.