Uomini, interpretazioni e gerarchie: chi sale e chi scende nel "nuovo" Milan

Nell’immediato post partita, Paulo Fonseca ha rigettato l’idea di una svolta tattica. “Abbiamo giocato sempre con la solita struttura, ma con altri interpreti”, cambiamento non da poco.

Il 4-4-2 o 4-2-4 iper offensivo con Morata a fare da raccordo tra centrocampo e attacco alle spalle della prima punta Abraham, Leao a sinistra a Pulisic a destra (ma con licenza di accentrarsi) ha dato i frutti sperati.

 

 

Nella vittoria con merito (come ammesso anche da Inzaghi) contro l’Inter c’è tanto, tantissimo di Fonseca che nel derby ha azzeccato ogni mossa sia a livello tattico che di uomini, basta vedere che il gol decisivo è stato siglato da Gabbia, preferito a Pavlovic dal primo minuto.

Tre punti e svolta, o almeno questo è quello che si augurano nell’ambiente rossonero. Ma che strada tattica e di scelte percorrerà adesso Fonseca con il suo Milan? Il modulo utilizzato contro l’Inter sarà molto probabilmente la base dalla quale ripartire in vista dei prossimi incontri, a iniziare già dalla sfida contro il Lecce di venerdì sera.

Chi sale nel “nuovo” Milan

Ma quali uomini potranno trarre maggiore beneficio - in termini di adattamento e minutaggio – nel nuovo 4-4-2/4-2-4? La svolta tattica più evidente è legata all’utilizzo in contemporanea di Morata e Abraham. Lo spagnolo nel derby ha agito alle spalle dell’inglese (facendo molto bene da raccordo tra centrocampo e attacco), che con il nuovo assetto tattico assume i gradi del titolare fisso.

Un modulo a due punte o una punta e mezza, se così vogliamo chiamarlo, che potrebbe giovare anche a Jovic: il serbo potrebbe avere più spazio, essendo l’unico attaccante centrale di ruolo in rosa, oltre ai due sopra citati.

 

 

Dopo il gol vittoria e, prima ancora, l’ottima prestazione contro l’Inter, Matteo Gabbia ha scalato le gerarchie nelle scelte di Fonseca, diventando un titolare al pari di Tomori e Pavlovic. Già a partire dalle prossime gare, con ogni probabilità, assisteremo a un continuo ballottaggio: in tre per due posti, con Thiaw al momento più staccato. A suo agio nei due di centrocampo è apparso anche Reijnders, che nelle ultime gare aveva invece giocato in posizione più avanzata.

Chi scende

Il nuovo assetto tattico o, per usare le parole di Fonseca, la nuova interpretazione del modulo rossonero penalizza inevitabilmente alcuni uomini. Tra loro c’è sicuramente Loftus-Cheek: l’ex Chelsea lo scorso anno è stato uno dei migliori del Milan giocando da “10” e non è un caso che anche nel derby sia subentrato al posto di Morata.

Difficilmente però, se Fonseca continuerà a utilizzare questo modulo, l’inglese sarà titolare fisso. E, per caratteristiche, altrettanto difficilmente sembra poter rendere al meglio nei due di centrocampo, posizione comunque già ricoperta in altre occasioni e che potrebbe ricoprire anche a causa dell’emergenza legata all’infortunio di Bennacer.

 

 

Se nel precampionato Samuel Chukwueze è stato uno dei più positivi, con l’inizio della stagione ufficiale e con le prime difficoltà della squadra, il nigeriano ha faticato a trovare spazio  e spunti. Nel derby è subentrato bene all’87’, favorito dalle praterie che aveva a disposizione con i nerazzurri in avanti alla ricerca del pari, al posto di Leao ma il nuovo assetto tattico che prevede un grande sacrificio degli esterni offensivi (ripiegamenti che già Leao fatica a sostenere) potrebbe fargli perdere ancora più posizioni nelle gerarchie di Fonseca.

Nodo Leao

Inutile negarlo: molto della stagione del Milan passa dall’evoluzione personale di Leao, il calciatore con maggiore talento e potenziale in rosa. Nella nuova interpretazione che Fonseca sta dando ai rossoneri, l’attaccante portoghese dovrà sacrificarsi di più in fase difensiva. Nel derby non ha brillato, ma in quelle poche volte in cui si è accesso ha dimostrato di poter essere devastante. In questo caso, forse, il modulo conta poco: tocca a Leao fare quell’ulteriore step che lo porterebbe e diventare leader e trascinatore del Milan.

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