Le due facce di Brahim Diaz: il Milan ha bisogno del suo “vecchio” 10

Alla ricerca del vero Brahim Diaz per continuare a lottare per il vertice. Il pareggio di Salerno ha fatto nuovamente emergere il problema “numero 10” in casa Milan, con i rossoneri – al di là della prestazione opaca dell’Arechi – che non possono non fare i conti con l’involuzione dello spagnolo, grande protagonista nei primi due mesi di stagione.

 

 

La svolta (in negativo) post Covid

Avvio di stagione super, poi lo stop per Covid (è risultato positivo lo scorso 15 ottobre), la convalescenza, una ripresa della forma migliore che ancora non c’è e qualche fastidio fisico che lo ha tormentato in allenamento. Certo che il Brahim Diaz dell’ultimo periodo sembra la copia sbiadita del “folletto” che con la sua rapidità, qualità e i suoi dribbling è stato un punto di forza del Milan di Pioli a inizio stagione.

Problema solo fisico?

Adesso intorno all’ambiente rossonero in molti si chiedono se il problema dello spagnolo sia solo legato a una condizione fisica non ancora tornata ottimale o se si tratta di una vera e propria involuzione. Numeri e prestazioni evidenziano sicuramente una flessione, tanto che nella partita più importante della stagione – il derby vinto in rimonta contro l’Inter – Pioli ha preferito lasciarlo in panchina a favore di Kessié, schierato da trequartista atipico.

 

 

Un lampo del “vecchio” Brahim

Eppure proprio nel derby, Brahim è tornato a fare il “10” che tanto sta mancando ultimamente al Milan, che in rosa non ha una vera e propria alternativa allo spagnolo. Il suo ingresso in campo ha “spaccato” la partita: accelerazioni tra le linee, giocate, scelte giuste che hanno spinto i rossoneri alla rimonta firmata Giroud (primo gol nato proprio da una sua conclusione sporcata da un difensore nerazzurro). Segnali più che incoraggianti, che però non hanno avuto il seguito sperato.

Numeri a confronto

Sia contro la Sampdoria (gara vinta per 1-0) che nel pareggio per 2-2 contro la Salernitana, Brahim Diaz non è riuscito a incidere: prova sottotono, con Pioli che all’Arechi lo ha sostituto al 61’ con Ante Rebic, quando il risultato era ancora fermo sull’1-1. Ma per lottare fino alla fine per le posizioni di vertice, il Milan ha bisogno di ritrovare il miglior Diaz, quello della prima parte di stagione.

 

 

Fino a questo momento lo spagnolo – al Milan in prestito biennale con diritto di riscatto dal Real Madrid – ha messo a segno tre reti (e tre assist) in campionato e 1 in Champions League, ma l’ultimo gol – per altro decisivo - risale allo scorso 25 settembre nel successo contro lo Spezia. Troppo tempo fa.

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