Mertens, dal parcheggio di Lovanio a Maradona: “Ma per noi è ancora Dries”
Appena arrivati ci si sente al centro del mondo, coi palazzoni rinascimentali e le grandi vie che ti accompagnano di piazza in piazza. Tutto intorno un odore di caffè, che non è quello napoletano ma ci si accontenta. Qui l’aroma di cioccolato è di casa, una prelibatezza da non lasciarsi scappare. Ci si sente a casa a Lovanio, cuore fiammingo e occhi europei, 100mila abitanti, di cui uno pronto a fare il giro del mondo: la storia di Dries Mertens parte dalle strade di una città che è tra le più affascinanti del Belgio e che ha scelto proprio lui per farsi rappresentare.
Conoscere Lovanio se non per Dries Mertens, infatti, è abbastanza difficile: l’unica alternativa è considerarvi studenti esperti visto che l’università cittadina è tra i primi orgogli insieme al calciatore del Napoli. Un paradosso, il primo dei tanti nella vita di Mertens, l’uomo venuto per fare il rincalzo e invece abile a mettersi dietro il più grande dei calciatori: proprio Dries, nato all’ombra di tanta cultura, da ragazzino scappava dall’aula di scuola appena possibile per prendere il primo pallone e giocare con gli amici dell’epoca.
“Aveva un carattere unico, era vispo e amava giocare col pallone in qualsiasi modo: a casa, per strada, a scuola”. Pascal Gilson conosce Mertens da quando il record di Maradona nemmeno era immaginabile, l’ha visto crescere, l’ha anche “allenato” per quanto si possano allenare ragazzini di dieci anni. “Con me faceva tutto, dal centrocampista all’attaccante. Non avrei mai immaginato potesse arrivare dove è arrivato ma devo dire che il merito è tutto suo”. Ci apre le porte della sua Lovanio, Pascal, un po’ allenatore nell’anima e oggi postino ben voluto che a casa conserva gelosamente ogni intervista rilasciata in questi anni: dall’Anderlecht al Gent, poi l’Utrecht, il grande palcoscenico al PSV, il passaggio al Napoli nel 2013, Gilson non si è perso nemmeno una virgola.
“Ha un grande rapporto con la sua città e con gli amici che conosce da sempre”, ci racconta. “Quando torna qui telefona a tutti per poter passare un po’ di tempo insieme, prendere un caffè, una birra. Conosco bene anche la sua famiglia, siamo in contatto ancora oggi e lui ancora oggi ha gli stessi amici di quando ha cominciato”. Mentre parliamo, Pascal ci porta a vedere il primo campo di calcio su cui Dries è diventato Mertens. “Oggi quell’erbetta non c’è più, è diventata un parcheggio. I tempi cambiano, oggi anche il Lovanio ha il suo grande stadio” ci dice indicando una struttura dall’aria nuova che si aggira proprio di fronte a quel parcheggio tanto famoso. Dries con il Lovanio si è divertito, poi si è fatto notare così tanto da dover inevitabilmente andare via e cominciare la sua avventura lontano da casa.
Le difficoltà, però, non sono mai mancate. La carriera di Mertens è stata un’altalena di emozioni che a Napoli sembravano essersi stabilizzate. L’addio di Higuain e l’infortunio di Milik, però, hanno ribaltato le cose: Dries fa il bomber, si inventa goleador e mette nel mirino il record dei record, quello di Diego Maradona in azzurro. “È un onore per Dries poter affiancare e superare un calciatore come Diego, uno dei migliori al mondo, amato da tutti specialmente a Napoli”, continua Gilson. Lovanio si è fatta bella per accogliere il suo paladino qualche settimana fa, in occasione della sfida tra Genk e Napoli, ma Mertens, che sperava di poter tagliare quel traguardo a 68 chilometri da casa, ha dovuto fare i conti col destino.
La rete della felicità è arrivata sì in Champions, ma a Salisburgo, due settimane più tardi, in una notte magica per il Napoli e per lui. Non c’era tutta la famiglia allo stadio, ma la parabola di un giocatore che è ormai simbolo della maglia azzurra è compiuta. O quasi: Hamsik, qualche mese fa, aveva infatti alzato l’asticella fino a 121 reti, traguardo che ora Mertens vuole raggiungere e superare. Per essere bello e felice come Lovanio, una città semplice, fatta di bici e passione per lo sport, fatta di sorrisi e uomini come Dries, che ora si affaccia dal balcone e guarda il golfo di Napoli come uno dei ritratti più belli per sentirsi a casa. In attesa di un rinnovo che tutti i napoletani sono pronti a festeggiare come un gol da record.
A cura di Gennario Arpaia
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