Max Brigante e l’X Factor tra musica e calcio: “Montella calmo come Ligabue, la Roma eterna come Bruce Springsteen”
Che cos'è il flaw, chi ce l'ha nel mondo del calcio? Max Brigante, speaker radiofonico, dj e producer lo racconta a gianlucadimarzio.com negli studi di Radio 105 a Milano, in un mercoledì di dicembre, prima di andare on air e nel viavai di tecnici che con le cuffie in testa si preparano alle dirette. “E’ quell’attitudine naturale nel mescolare tecnica, stile e intrattenimento. Quella che nel film di Pelè si dice ginga e in Argentina garra. Nel passato era Ronaldinho, oggi sono Coutinho e Neymar. Da tifoso milanista però, anche uno come Suso mi accende qualcosa”. A proposito di Milan, l’allenatore rossonero che cantante sarebbe? “Montella è uno tranquillo. La grande calma con cui affronta tutto ricorda quella di Ligabue sul palco”. Insomma il nuovo Milan convince Max, anche se nella playlist delle nuove leve non c’è più We Will Rock You dei Queen, brano tanto voluto e amato da Gattuso. Le canzoni adatte a caricare la squadra? “Quando sentono Sweet Child O’ Mine dei Guns ’N’ Roses sono già a posto, ma anche Jump dei Van Halen e Jump Around degli House of Pain". Tra rock e hip-hop, tra i Guns e i Queen, prendiamo le prime cinque della classifica di Serie A e gli chiediamo di abbinarle a cantanti o gruppi. Si parte con la Juventus prima della classe: “I bianconeri sono come i Coldplay, inarrivabili. Ogni stagione è un successo e non ti viene in mente un solo giocatore, perché funzionano nell’insieme. Proprio come la band britannica che da qualche anno domina il regno del rock/pop”. Per la Roma serve qualche momento, ma poi scomoda il pezzo da novanta, il Boss: “La Roma, come Bruce Springsteen, ha dei fan incredibili e non vorrei mai che finisse. Non ha un’età, come il suo capitano Totti. Non vorrei mai che arrivassero quel campionato e quel momento in cui il numero 10 giallorosso non sia in campo e Springsteen sul palco”. Insomma una Roma eterna, come la città che le dà il nome. Il (suo) Milan invece, a chi corrisponde discograficamente?: “Il Milan mi ricorda gli Oasis, un gruppo con un enorme brand, che ha avuto un po’ di difficoltà, che ha fatto la storia negli anni ’80/’90. Se solo volessero, i fratelli Gallagher potrebbero tornare in vetta. Così come i rossoneri, che nonostante le difficoltà societarie e gli undici in campo che non possono ambire alle competizioni europee, hanno il potenziale per tornare tra le big”. Gli Oasis direbbero: “Don’t look back in anger” e guardiamo al futuro. Per il Napoli Max non ha dubbi e l’artista è anche tifoso: “Clementino è uno dei nuovi grandi cantanti di Napoli, che saprà gestire l’eredità di Pino Daniele e dei Merola. Con la sua musica incarna questa città piena di contraddizioni, dove si tifa con un calore che non ha eguali e dove tutto è vissuto all’ennesima potenza. Quello che nel calcio è normale, a Napoli non lo è”. Sarà per questa anema ‘e core che i napoletani, Clementino incluso, non hanno ancora perdonato Higuain. Ultima della nostra top five è la Lazio: “La squadra di Simone Inzaghi mi rimanda a quegli artisti non conosciuti ai più ma che se si guardano da vicino brillano di luce propria. Un esempio: il rapper Kendrick Lamar, non sulla bocca di tutti ma con un potenziale apprezzato da mostri sacri come Busta Rhymes, Lil Wayne e Dr Dre. Talento per pochi, come quello della Lazio, che gioca bene e merita un posto tra le prime cinque”. “Alright”! Parola di Kendrick. Chiudiamo con l’abbinamento musica e calciomercato: “Innanzitutto vi dirò che il Milan di Ronaldinho e Kakà mi ha influenzato anche nella musica. E oggi è Serginho che mi suggerisce le novità funky dal Brasile. Tra osservatori, talenti in erba, youtubers e discografici l’equazione è fatta: i cantanti stanno alle major come i campioni alle società: il termine noto è uno: il talento.
Chi vince XFactor 10? “I Soul System, il flaw, ce l'hanno”. Parola di Max Brigante.