Da Sora a Miami, l’American Dream di Gagliardi: “Avrei seguito Nocerino anche in Alaska”
Gli occhi di Mattia parlano e trasmettono tutto ciò che porta un’esperienza di questo tipo. Ha lasciato casa a 16 anni, è vero, ma ritrovarsi dall’altra parte del mondo è tutta un’altra cosa. “Un po’ soffro la lontananza, però so che devo restare qui per raggiungere ciò che voglio. Anche la mia famiglia lo sa, ma comunque in aeroporto hanno pianto tutti…” ci racconta. Perché oltre a lasciare casa ha salutato anche l’Italia. Destinazione: Miami. Nella valigia il più classico degli American Dream.
L’American Dream di Mattia Gagliardi: la nostra intervista
Ma mettiamo ordine. Mattia è un classe 2004, classica ala sinistra che ama rientrare in mezzo al campo. Tutta la trafila nelle giovanili dell’Ascoli, poi qualche esperienza in Serie D con Potenza e Sora. Infine la chiamata della vita: “Avevo finito l’allenamento a Sora, stavo andando in palestra. Mi squilla il telefono e leggo il nome del secondo allenatore che avevo a Potenza. RIspondo e in chiamata c’era anche mister Nocerino. Stava per firmare come allenatore del Miami FC e mi ha proposto di andare a giocare lì con lui. Da lì ho firmato e poi a inizio gennaio sono arrivato negli States” racconta ai microfoni di gianlucadimarzio.com.
Il Miami FC milita nella USL, la nostra Serie B. Mattia di quel campionato non sapeva nulla, ma “avrei seguito Nocerino anche in Alaska. Per me è una certezza, mi ha dato l’opportunità di venire qui. Lui non regala niente, non ha favoritismi: è una grande persona. Poi vuole vincere sempre, anche se giochiamo a ping pong”. Quando parla del suo mister, ha solo parole al miele. “Pensavo di trovare un livello simile alla Serie D, poi sono arrivato qui e ho cambiato idea: ci sono giocatori che potrebbero giocare nella nostra Serie B. Me ne sono reso conto, la qualità è alta. Nocerino ha portato tanti giocatori dall’Europa; siamo una bella squadra, ci sono anche molti sudamericani”.
Non solo un calcio nuovo, ma anche una vita stravolta: “Miami è bellissima. E’ immensa, non ero mai stato negli States: è tutta un’altra cosa qui. Tante culture differenti, è il sogno di tutti. Gli italiani sono sempre apprezzati all’estero. Ma poi è il campo ciò che conta, vieni apprezzato per quello”. Nella città dell’Inter di Messi e Suarez, anche un realtà come il Miami FC si è ritagliata uno spazio importante: “Mi hanno detto che di solito ci sono 10-15mila spettatori a ogni partita. Lo stadio è grande, ci sono 25mila posti”.
Casa un po’ gli manca, ma adesso a Miami può davvero realizzare i suoi sogni. “Un giorno vorrei tornare in Europa, però è tutto possibile. Non ci penso, sto vivendo questa esperienza: sono passato da Sora, in Serie D, a Miami e a un passo dalla MLS. Non me lo aspettavo”. L’American Dream di Mattia è appena iniziato.
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