Anche l'Inter ha il suo Fonseca: Matias come papà Daniel, i gol sono di famiglia
Un batti e ribatti in area può essere risolto solo in due modi: spazzando via la palla o buttandola in rete. Per Matias Fonseca la doppia opzione nemmeno esiste, e così quando a fine settembre nell’area del Napoli il pallone sembrava non avere padroni, ci ha messo tutta la carica uruguaiana che inevitabilmente si porta dietro per anticipare tutti e fare l’unica cosa che un attaccante può fare: gol. Il giovane figlio d’arte - papà Daniel se lo ricordano molti in Italia per aver vestito le maglie di Cagliari, Napoli, Roma e Juventus negli anni 90 - ha ereditato il gene di famiglia migliorandolo anche, se possibile. E così ai guizzi di papà seconda punta ci ha aggiunto il fiuto del gol che non fa male ad un ragazzo che si candida ad essere prima punta nella migliore tradizione che i sudamericani si concedono. Si sbraccia e si sforza per trovare la posizione migliore, col fisico asciutto di chi sta costruendosi per approdare, si spera, in lidi migliori. Fonseca è stato una spina nel fianco della difesa azzurra per tutto l’avvio, ma alla fine il suo gol è stato decisivo. Napoli, poi, deve portargli bene: non solo ci è nato nel 2001 (poco prima che il papà facesse le valigie per tornare in Sudamerica), ma agli azzurri pari età ha anche segnato quella che è ufficialmente la prima rete della sua stagione nel campionato Primavera.
18 anni e tante belle speranze davanti, fisico asciutto e colori che riprendono quelli di tutta una dinastia di calciatori e globe-trotter. Matias Fonseca è oggi uno dei talenti sotto stretta osservazione del calcio italiano. Ha doppia nazionalità (perché la famiglia non si può mai dimenticare, anche quando sei nato e cresciuto in Italia) e soprattutto il calcio deve averlo nel dna. Non è così difficile quando tuo nonno, tuo padre e persino tuo fratello hanno passato e passano ancora gran parte delle loro giornate su un campo e dietro ad un pallone. Nonno Manuel faceva il terzino in patria più di cinquant’anni fa, papà Daniel ha ereditato la stessa passione che è poi finita anche nelle abitudini di Nicolas, fratello maggiore che però ha scelto un’altra zona del campo e oggi fa il centrocampista a Novara. Matias sembra avere un destino scritto, sta in campo con sicurezza e voglia di far male sempre, ad ogni azione. Napoli se la porta anche in campo visto che in coppia con lui c’è il napoletano Esposito ed insieme formano una delle coppie d’attacco più forti e pericolose dell’intera categoria.
La sua rete a Frattamaggiore ha deciso il match e lanciato, soprattutto, ancor di più una squadra che tra le fila può anche contare sull’altro figlio d’arte Stankovic (in porta) e punta in alto. Matias resta, però, quel ragazzino di appena 14 anni che a Como si diverte prima nel cortile con il fratello Nicolas e poi in campo. Fa bene e segna tanto, proprio così l’Inter si era accorta di lui ormai tre stagioni fa, anticipando le altre contendenti e portandolo a pochi chilometri di distanza. “Fa l’attaccante ma mi somiglia poco”, aveva detto qualche mese a papà Daniel in un’intervista. “Ogni tanto è giù perché non segna, gli dico che a una punta basta un attimo per decidere una partita. Che non deve mollare mai”. Come quando a Napoli ha anticipato tutti mostrando a pieno lo spirito uruguaiano e battendo senza pensarci il portiere avversario. Con sulle spalle il numero 9, quello che amava indossare anche papà Daniel e che spera di indossare anche tra i grandi tra non troppo tempo.
Gennaro Arpaia
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