Marotta. "All'Inter si lavora con tranquillità: è una nuova realtà"

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A Solomeo è in corso l'evento per svelare i 25 finalisti del Golden Boy. Negli scorsi minuti ha parlato Beppe Marotta, soffermandosi sulla sua esperienza del presente con l'Inter e anche sul passato con la Juve.

 

 

Le parole di Marotta

 

Marotta ha iniziato parlando degli inizi da dirigente: "Ho cominciato a fare il direttore sportivo per un colpo di fortuna. Lavoravo già per il Varese e l’allora ds ebbe un piccolo incidente in macchina così toccò a me. Avevo il sogno di fare il dirigente, in campo ero scarsino, così ho preferito la carriera manageriale. A Varese a 26 anni sono diventato presidente in un’epoca di crisi del calcio italiano e così la società divenne soprattutto un club per sviluppare la crescita dei giovani".  

 

 

Marotta ha proseguito: "A Ravenna feci l’operazione Vieri-Torino. Aveva già fatto vedere che qualità aveva. Con Zamparini avevo un rapporto vero, diretto. Un giorno mi mandò a comprare un giocatore. La sera lo chiamo: ‘Guardi ci hanno chiesto un prezzo troppo alto’. Mi rispose: “Se torni a casa senza ti licenzio. I soldi sono miei, spendili”. Andò bene e abbassai un po’ le richieste, ma non ricordo chi era. Quando andai alla Sampdoria scesi di categoria. Per noi conviene andare dove le cose non vanno benissimo. C’è più possibilità di far bene, se vieni da una realtà che funziona è complicato: ad esempio, oggi andare a Napoli sarebbe difficile".

 

Sull'esperienza all'Inter: "L’Inter mi ha portato in una nuova realtà: una proprietà straniera. Anche senza grandissimi investimenti ci garantisce operazioni di alto livello. Sono contento di quello che raggiungiamo. Il vantaggio è lavorare tranquillo, ti lasciano fare. Così è più facile".

 

 

Infine sul passato con la Juve: "Trattativa più difficile alla Juve? Pogba in uscita. Venduto a 110 milioni, ma la cosa bella da raccontare che mi inorgoglisce è il lavoro di tutto lo staff, la chiamo la squadra invisibile. Preso a zero e rivenduto a quella cifra. C’erano molte cose da sistemare, come le commissioni di Mino Raiola. Era testardo. Ci chiudemmo in albergo a Manchester per tre giorni di fila senza mai uscire per far quadrare tutto con il CEO del Man United. Contestualmente stavamo mettendo in piedi l’operazione Higuain. Lì ho dovuto chiedere l’autorizzazione ad Agnelli per procedere. Non avevamo ancora chiuso Pogba ma leggevamo che Gonzalo sarebbe potuto andare a Barcellona. Dovevamo giocare d’anticipo. Mi diede il via libera per pagare la clausola al Napoli".

 

Marotta ha poi parlato ai microfoni di Sky Sport. Il dirigente nerazzurro ha iniziato parlando dei talenti del Golden Boy: “Sono inaccessibili per il calcio italiano. Sono giovani interessanti ma in Italia siamo in un momento di contrazione finanziare e credo che nemmeno i grandi club possano fare investimenti importanti”.

Sui giocatori dell'Inter in nazionale: “Contenti che nella nazionale ci siano sei giocatori dell’Inter. Bisognerebbe spingere sulla valorizzazione di queste risorse”.

Infine su Inzaghi: “Non posso che essere contento del lavoro di Inzaghi: sta dimostrando di essere un allenatore bravo. È un percorso lungo e bisogna avere pazienza”.

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