Manenti: "Sono stato assolto da ogni accusa. Oggi alleno i ragazzi di 14 anni al Limbiate"

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Giampietro Manenti, intervistato in esclusiva da Repubblica, ha raccontato della sua nuova vita dopo la triste parentesi del 2015, quandò acquistò un Parma pieno di debuti per la cifra simbolica di un euro salvo poi non riuscire ad estinguerli. 

Cosa fa oggi Manenti?

 

"Avevo qualche soldo da parte, per il resto mi aiutano gli amici. Dopo quel che è successo a Parma, è cominciato il declino. Essere descritto come un delinquente ha creato diffidenza". Manenti ha poi ricordato anche la famosa conferenza stampa davanti ai giornlisti: "Pesavo cento chili, venti più di oggi. Non dormivo la notte. Guidavo una Skoda nuova di pacca, ma dai giornali fu descritta come un catorcio. E dire che per il mio stile casual mi soprannominavano Marchionne. Come provocazione, indossai una vecchia giacca di mio nonno. Mi mancava un dente, li stavo sistemando".

 

 

Era poi stato arrestato con l'accusa di reimpiego di capitali illeciti: "Dell’inchiesta non ho più saputo nulla. Il mio avvocato, al tempo già anziano, non esercita più. Nel 2016 la corte federale della Figc mi ha assolto da tutte le accuse. Intanto, però, mi sono fatto sei mesi ai domiciliari e 18 giorni a San Vittore, esperienza che non auguro nemmeno ai cani. Sono stato condannato solo una volta per aver menato uno che voleva estorcermi denaro".

Nei suoi programmi c'era anche il Genoa: "Avevo un piano per riqualificare lo stadio. Con quali soldi? Facevo da tramite. Avevo la fiducia delle banche". 

 

Oggi, a otto anni dal crack Parma, fa l'allenatore dell'ASD Serenessima di Limbiate: "Alleno i ragazzi dell’età di mio figlio più piccolo, il terzo. Ha 14 anni. La più grande lavora, quello di mezzo va all’università. Li ho avuti da tre donne diverse, sono stato un po’ sportivo, diciamo, con due di loro vado d’accordo".

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