Torna il derby di Manchester: Guardiola e Rangnick, esteta contro stratega

È ormai dal 19esimo secolo che la città di Manchester può essere considerata come un ecosistema diviso. Certamente molto è dovuto all'incredibile espansione del territorio - risalente al periodo della rivoluzione industriale inglese - e le conseguenti separazioni commerciali interne alla città, divenuta poi una vera e propria contea. Solo nel 1881, però, i due grandi poli di Manchester hanno iniziato ad avere un'identità propria e peculiare, con il primo derby calcistico giocato tra il City e lo United. Al tempo i nomi erano diversi, rispettivamente West Gorton e Newton Health, ma già rappresentavano due dimensioni unite da una forte rivalità.

 

Adesso, dopo più di 140 anni, gli eventi della storia del calcio hanno portato le due squadre a essere dei pilastri del calcio anglosassone, accendendo ancora di più le reciproche tensioni sportive. Lo United è la squadra con più titoli vinti nel massimo campionato inglese, mentre recentemente il City ha raggiunto un'egemonia assoluta - o quasi - sul piano dei risultati, ribaltando dopo diverse ere calcistiche la situazione interna a Manchester. Il grande derby si giocherà oggi, domenica 6 marzo, e sarà un evento imperdibile per tutta la città. 

Guardiola contro Rangnick

Se sugli spalti la sfida sarà accesa, anche le panchine del City of Manchester Stadium vedranno opporsi due profili importanti del calcio moderno. Guardiola e Rangnick. Uno esteta, l'altro stratega. Anche dietro il gioco di Pep, però, si nascondono studi tattici approfonditi, che hanno portato i Citizens a essere tanto belli quanto consistenti. Con lui al comando, il City ha vinto 10 titoli in 6 anni, divisi tra 3 campionati, 4 coppe di lega, 1 FA Cup e 2 Community Shield. In bacheca manca solo il grande trofeo europeo, a cui è andato vicino lo scorso anno e che in questa stagione proverà a riconquistare, insieme al bis in Premier League, attualmente contesa con il Liverpool. Oltre ai numeri, però, il grande talento di Guardiola è emerso nella crescita di tanti giovani stelle. Guida prima che comandante: per conferme, chiedere a Foden, Stones, Gabriel Jesus e tanti altri passati da Etihad, che hanno dato luce a un ciclo storico.

 

 

C'è chi, invece, dall'altra parte, spera di essere solo all'inizio di un ciclo altrettanto importante e vincente. Per ora, però, Rangnick sta provando a costruire le fondamenta. Fin qui l'unico giovane lanciato è Elanga, un talento che si sta già facendo spazio, ma gli occhi dell'allenatore tedesco sono sempre ben vigili sul settore giovanile, come insegnato dalla scuola Red Bull. Sul campo i risultati sono ancora altalenanti: 8 vittorie, 7 pareggi e 2 sconfitte. La Primavera, però, si avvicina, e come i migliori fiori, le squadre di Rangnick ci mettono più tempo del previsto a sbocciare. Il cambio di stagione potrebbe passare proprio dal derby di Manchester.

Ronaldo e quella deviazione improvvisa

Nella lunga storia d'amore tra CR7 e i Red Devils, c'è stato un breve flirt estivo inaspettato. Il presente dice United, ma il destino stava per portarlo dall'altra parte. Tradimento? No, quasi. Manchester era la sua tappa, ormai scelta da qualche giorno. Prima di farsi condurre dai sentimenti verso lo United, però, CR7 è stato vicino a un clamoroso passaggio al City. Al cuor, però, non si comanda: alla fine, quasi come se fosse scritto nel destino, lo United ha sorpassato i Citizens, riportando a casa - dalla sponda più giusta per la sua storia - il cinque volte pallone d'oro portoghese.

 

 

Un sorpasso avvenuto solo in fase di mercato, perché in classifica sarebbe quasi utopico al momento, visti i 19 punti di distanza. Sul campo, però, tutto è ancora possibile. Come l'anno scorso, quando i ragazzi di Guardiola stavano già volando alla conquista della Premier League, ma subirono l'umiliazione da parte dello United, perdendo il derby in casa. Questa volta i Red Devils avranno anche Ronaldo dalla loro parte: 15 gol collezionati in stagione, ma il più pesante lo vuole segnare ai rivali. Per far capire che certe volte basta una piccola deviazione per cambiare la storia degli eventi.

A cura di Gabriele Ragnini

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