Malagò: "Sacrosanto fermare lo sport, spero che all'estero ci seguano..."
“Buon senso e responsabilità, fin da subito, ci hanno indicato la via… Altro non si sarebbe potuto fare che fermarsi…”. E’ questo l’incipit del discorso del presidente del CONI, Giovanni Malagò, il quale ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com ha spiegato la scelta assolutamente necessaria e sacrosanta di stoppare le manifestazioni sportive, auspicando per quanto possibile che anche gli altri Paesi possano uniformarsi a ciò. D’altronde, già nella giornata di ieri, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha esplicitato a chiare lettere il carattere pandemico del COVID-19: “Giusto poco fa ero al telefono con Dorotea Wierer, campionessa di Biathlon (sport invernale afferente allo sci), la quale mi poneva il seguente problema. Le sono rimaste due gare, quella di settimana prossima a Oslo la hanno giustamente annullata mentre quella di questo fine settimana in Finlandia è stata confermata seppur a porte chiuse. Cioè, io mi chiedo, ma come si può spiegare tutto questo alla gente? Anche perché il problema non sono le porte chiuse, bensì la tutela della salute degli atleti. Ci dicono che non dobbiamo avere contatti e poi li lasciamo gareggiare? E se uno di loro avesse un problema? La risposta a questi interrogativi è e dovrebbe essere dettata soltanto dal buon senso”.
Mentre in Italia, invece, la linea è stata tracciata con lo stop a tutte le manifestazioni sportive… “Assolutamente. Noi, di concerto con le istituzioni, siamo arrivati ad una conclusione che era nell’ordine delle cose. In questo momento così delicato lo sport ha l’obbligo, il dovere di fermarsi. Poi in molti, a livello internazionale, ci hanno seguito, altri invece hanno adottato strategie differenti. Non possiamo imporre, ovviamente, regole agli organi sovranazionali, ma la situazione – e non solo in Italia – è talmente grave che, crediamo, per quanto è di nostra competenza, non si possa fare a meno di fermare tutto”.
In tal senso, in molti si chiedono stante il proliferarsi casi di COVID in tutta Europa, perché l’UEFA non pervenga allo stop alle competizioni… “Non è una decisione di mia competenza. Io posso dire che sono rimasto stupito del fatto che non si sia ancora deciso di fermare le varie Coppe, ma – ripeto – non è un argomento su cui posso avere delle competenze dirette. Capisco che ci siano degli interessi, economici e sociali, ma la salute è un bene primario e deve essere messo al primo posto”.
Il prossimo 23 marzo, intanto, ci sarà un nuovo Consiglio Federale nel quale si deciderà anche il destino del campionato di Serie A. Qual è il suo auspicio? “Che tutti i presidenti dei club, verso i quali peraltro nutro grande stima, ragionino in termini generali e non personalistici. Serve la massima unità per uscire da questa situazione”.
“Infine – conclude Malagò – vorrei dire che lo sport tutto, con tutte le nostre peculiarità, un po’ anche a pezzi e bocconi, ha avuto una presa di posizione che credo possa far onore al Paese. E mi stupirei se anche all’estero non si addivenisse a ciò”.
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