Luis Maximiano e l’idolo Rui Patricio: dagli allenamenti allo Sporting al derby di Roma
‘Che fai vai a casa?’. “No resto ancora un po’ qui a studiare”. È il 2018 e allo Sporting, dopo l’allenamento, le conversazioni con Luis Maximiano vanno più o meno sempre così. Lo “studio” sarebbe guardare attraverso la rete i movimenti di Rui Patricio, al tempo primo portiere della squadra e della nazionale. Per Luis sarà idolo, riferimento e guida. Nei pochi allenamenti fatti insieme cercherà di rubare con gli occhi, ricevendo consigli preziosi. Chi glielo avrebbe mai detto che poco più di quattro anni dopo se lo sarebbe trovato contro nel derby di Roma. Scherzi del destino.
Maximiano nelle giovanili era un ragazzo pieno di sogni. Guardava Rui, lo ammirava con la speranza un giorno di prenderne il posto. Intanto Luis giocava titolare nella squadra B, serbatoio di talenti tra cui Leao, Demiral - che faceva il terzino sinistro - e De Wit. I primi due li ritroverà in Serie A da avversario. Con Rafa è stato anche compagno nel Portogallo, dall’under 17 fino alla nazionale maggiore. Sono cresciuti insieme. Uno cercava di fare gol, tra dribbling e magie, l’altro di non prenderli. Entrambi sono nati con lo Sporting e con l’obiettivo di giocare in prima squadra sia nel club che nella nazionale. Missione compiuta, anche se per riuscirci sono dovuti partire e cercare fortuna lontano da Lisbona.
Nel 2019 Rui Patricio lascia il Portogallo per andare in Inghilterra, direzione Wolves. Maximiano diventa il numero uno dello Sporting e il cerchio sembra chiudersi. Non sarà così. Dopo la prima pandemia, nel maggio del 2020, Luis perderà il posto in favore di Adan. Ruben Amorim non lo vede, Maximiano non gioca ed è quindi costretto a cambiare aria. Va a Granada, dove diventa protagonista e si mette in luce, attirando le attenzioni di tanti club tra cui la Lazio di Sarri. Andare in Spagna gli ha cambiato la vita. Sliding doors. Adesso in Italia sarà tutto nuovo, ma lo affronterà senza paura e con la determinazione che lo contraddistingue. Ce lo insegna la sua storia.
Così è andata in Liga. È arrivato da semi sconosciuto e ha stupito tutti. Quest’anno al Granada ha fatto 35 partite, 130 parate e ha tenuto 8 volte la rete inviolata. Nel girone di ritorno è stato il migliore in campo contro Real Madrid, Barca e Atletico. Mica male. Oggi è pronto a inseguire la nazionale, dove il titolare, manco a dirlo, è ancora Rui Patricio. Il classe ‘88 di gettoni con il Portogallo ne ha totalizzati 104, mentre Maximiano spera di conquistare il primo. Tutto passerà dal suo rendimento con la Lazio. Sarebbe una spunta verde messa alla voce sogni, prendendo poi il posto del suo idolo della vita. Per Maximiano quindi quello di Roma sarà un derby nel derby. Chissà quanti pensieri avrà quel giorno, quando se lo troverà davanti a centrocampo. Non sono mai stati così vicini e allo stesso tempo così distanti. Vedremo se Maximiano saprà essere all’altezza del suo maestro. Ce lo dirà il campo. Gli occhi e la determinazione sono gli stessi di quel ragazzino che ammirava i movimenti di Rui da dietro la porta. “Voi andate io resto ancora un po’ qui”. Non è cambiato molto, se non la posizione da cui lo guarderà