Lovisa, DS in Serie B a 28 anni: "Juve Stabia con mentalità vincente"

matteo-lovisa-juve-stabia-ok-gdm-gpo

Classe 1996, Matteo Lovisa si è già affermato come uno dei direttori sportivi più promettenti del panorama calcistico italiano. Il suo percorso, iniziato otto anni fa, ha visto la sua prima grande affermazione al Pordenone, club con il quale ha ottenuto i primi risultati importanti. Poi, l'altrettanto fortunato passaggio alla Juve Stabia, squadra che ha portato con sorpresa e merito al ritorno in Serie B.

Dopo l’esperienza in Friuli, infatti, lo scorso anno è arrivata la chiamata del presidente Andrea Langella, che ha visto in Lovisa la persona giusta per guidare il nuovo corso del club. "Il presidente mi ha chiamato e mi ha spiegato il suo modus operandi e quello della squadra. Ci siamo trovati subito: qui si lavora tanto sui giovani dandogli grande valore", ha raccontato Lovisa a gianlucadimarzio.com.

 

"Langella è un presidente che ti fa lavorare bene. È rispettoso dei ruoli e non entra in ambito tecnico: penso che questo sia molto importante per me direttore sportivo, perché mi lascia fare le scelte che intendo fare", ha completato poi il ds.

Ieri Pordenone, oggi Juve Stabia: la storia di Lovisa

Da sempre affascinato dal ruolo di direttore sportivo e dalle competenze gestionali e relazionali che richiede, Lovisa è partito da San Daniele del Friuli e ha cominciato a operare giovanissimo nel mondo del calcio. A 20 anni, nella piccola realtà calcistica di Pordenone, ha dapprima gestito l'area tecnica, per poi iniziare propriamente la carriera da ds. Dopo una prima stagione conclusa con la sconfitta solo in semifinale play-off di Serie C contro il Parma, l'anno successivo è arrivata la prima promozione in Serie B della sua carriera.

 

Nei tre anni successivi, il Pordenone ha mantenuto la categoria e ha raggiunto persino un quarto posto e una semifinale play-off per la promozione in Serie A. Risultati incredibili, ottenuti in una piccola realtà, dove nel tempo Lovisa ha tesserato e lasciato emergere giovani talenti come Di Gregorio, Cambiaghi, Pobega, Ciurria, Vogliacco e Folorunsho, oggi tutti in massima serie. Poi il progetto Juve Stabia, abbracciato e portato subito in Serie B con la vittoria larga dell'ultimo campionato.

"Abbiamo costruito una mentalità vincente"

Le basi che Lovisa e il resto dello staff hanno costruito, hanno fatto sì che si creasse una mentalità vincente, tale da spiegare anche gli ottimi risultati di inizio campionato. "Chiunque faccia parte del club, da chi gioca a chi sta in panchina, deve abbracciare la nostra mentalità. Prima di tutto la Juve Stabia, poi tutto il resto". Questo sistema ha permesso di costruire un gruppo solido, che lavora per il bene comune di squadra e città.

Cruciale è anche il lavoro dell'allenatore Guido Pagliuca. "È davvero bravo, competente. La Serie B sarà una bella vetrina anche per lui, non solo per i ragazzi", spiega Lovisa, che evidenzia come Pagliuca sia un riferimento costante per la squadra, anche fuori dal campo. "I ragazzi con lui dimostrano grande voglia di apprendere per crescere e dimostrare. Si è creato un bel clima al campo di allenamento e i risultati buoni che stiamo ottenendo sono solo la conseguenza di questo".

 

Fronte mercato: "Dolorose le operazioni in uscita..."

Parlando di mercato, Lovisa ha riservato per sé le sue prime impressioni. "Te le dirò tra qualche mese (ride, ndr). Si pensa sempre di aver fatto le cose nel meglio delle proprie possibilità, ma il giudice supremo alla fine è sempre il campo". Mercato in entrata arricchito dagli arrivi di tanti giovani in prestito dai grandi club e gestito senza "piani di riserva", come confessato dallo stesso ds. "Non abbiamo stilato un piano A, un piano B e un piano C: i ragazzi che abbiamo trattato per noi erano tutti piani A".

 

Le difficoltà maggiori, quest'estate, sono state rappresentate dal mercato in uscita: "Quando vinci un campionato, quel che diventa difficile è fare mercato in uscita. Si crea talmente tanta armonia nel gruppo che andare a parlare con qualcuno per dirgli che le strade si devono separare è complicato", afferma.

Nessun segreto per il successo, "ma un aspetto è fondamentale..."

Nonostante la bontà di progetto e prestazioni, l'obiettivo della stagione è uno soltanto: la salvezza. "Ho rinnovato per i prossimi due anni, ma non mi pongo obiettivi a lungo termine. Ora serve solo pensare alla salvezza, per noi sarebbe come vincere il campionato".

 

I risultati prima col Pordenone e poi con la Juve Stabia confermano la validità del lavoro di Lovisa. Non esiste una ricetta per il successo, ci fa capire il direttore, ma confessa quanto sia "fondamentale l'aspetto umano" dietro la scelta dei protagonisti di un club. "Dal punto di vista tecnico qualche giocatore puoi sbagliarlo, ma meglio non farlo sul lato umano. C’è una ricerca durante l’anno e questa ricerca è continua. Questa nostra Juve Stabia ha scelto giocatori con la voglia di emergere".

Google Privacy