"Lo sport è medicina per corpo e anima". Addio a Dario Fo, un grande tra la gente
“Se mi capitasse qualcosa, dite che ho fatto di tutto per campare”. Dario Fo si è spento questa mattina a Milano. Attore, drammaturgo, scenografo, scrittore e saggista politico, ha dominato e reinventato il teatro, ha raccontato favole amare e mescolato il grottesco alla comicità, ha meravigliato il pubblico e stupito i lettori, gli osservatori. Non ha mai preteso di essere un sommo poeta. Ha invece cercato in tutti i modi di non perdere il legame con le persone.
La sorpresa vera forse è che un Nobel per la Letteratura abbia trovato sublime anche lo sport, ma lo sport è un punto di connessione tra gli individui ed è uno dei campi più umani in cui le persone si muovono. Quell’umanità è la stessa che si legge nelle parole che Fo ha rilasciato in un’intervista in occasione del centenario dell’Inter: "Vi devo dire la verità: quando sento "Inter" o mi capita di vedere un pezzo della partita, non posso fare a meno di ficcare dentro la testa e avere ancora un'emozione. Questo purtroppo lo devo indicare come qualcosa che in certi momenti mi fa soffrire, perché penso all'emozione, all'allegrezza, alla giocondità, meglio dire, che sentivo da ragazzo quando vivevo le partite e la vita sportiva fino in fondo. Oggi sono un galleggiante, che va e viene, e che ogni tanto si affaccia da bambino a quella che è la mia memoria e il mio ricordo”.
Il mondo dello sport lo ha ricordato con dolcezza, toccando l'essenza del pensiero di Fo: “Lo sport, anche se non propriamente agonistico, è una medicina per il corpo. Psichica e fisica”. Questo il pensiero del Premio Nobel del 1997 che la Lega di Serie B ha voluto ricordare. Una foto e una lacrima è il messaggio della Sampdoria e del presidente Ferrero, ammiratore da sempre di Fo. Lo sport, come la cultura, la musica, il teatro e l'arte in generale: cura per la mente, medicina per il corpo. Non era un gran tifoso e non amava parlare di calcio, eppure l'essenza del pensiero di Fo è di esempio per chi va in campo ogni giorno. Che sia un grande campione o una persona comune. Perché Fo era così: sapeva arrivare a tutti, vestendo la sua grandezza di umiltà e cortesia. Le doti che solo i grandi personaggi hanno.
di Alice Nidasio e Giovanni ScottoGoogle Privacy