Lo Spezia e il suo presente. L' «architetto» Gallo, le strutture, gli store aperti anche la notte: "Progetto a lungo termine appoggiato da una società sana e presente"
"La nostra storia è fatta di cuore e uomini". Con questa frase lo Spezia accoglie calciatori, staff e non solo nel centro sportivo. Una struttura all'avanguardia, d'esempio. E come allenatore non poteva che avere un... architetto. Fabio Gallo, arrivato sulla panchina la scorsa estate dopo un epilogo amaro a Como, si porta dietro da tempo questo soprannome: "Sì, 'architetto'... Fu Mondonico a coniare questo termine quando formavamo con Sgrò una coppia di centrocampisti non aitanti ma bravi tecnicamente. 'Se gli architetti hanno voglia di giocare facciamo bene altrimenti...', diceva. Con Mondonico era sempre una provocazione, lui era un maestro in questo". Un racconto Originale, come la serata a La Spezia, una città che pensa in grande come la sua squadra, perché il sogno A c'è, eccome: "Bisogna lavorare, è un progetto non immediato - ha ammesso Gallo, sempre ai microfoni de L'Originale -. A me è stato chiesto di mantenere la categoria anche quest’anno. E’ un progetto a lungo termine appoggiato da strutture straordinarie e una società sana e presente". Diversamente da come si chiuse la sua parentesi a Como: "Lì è stato un record essere falliti il 23 luglio col Como in ritiro. Ritrovarsi poi però in una realtà che conoscevo per aver allenato nel settore giovanile è stata tutt'altra cosa. Ma ora mi rendo conto cosa significa avere una società di questo tipo".