Lo scudetto della Roma e l’addio al calcio di Maradona: gli eventi che nel 2019 diventeranno maggiorenni

Il ogni nuovo anno porta con sé una pagina di calcio inedita, con storie nuove tutte da scrivere. Voltando le spalle indietro invece, il libro dei ricordi porta a quegli eventi che proprio in questo anno diventeranno maggiorenni.

Diciotto anni fa, iniziò l’anno 2001. Trecentossesantacinque giorni in cui nel mondo cambiarono gli scenari politici mondiali, con l’attacco aereo che fece crollare le torri gemelle di New York. Sempre in quello stesso anno iniziò l’era di Wikipedia e il Gladiatore vinse come miglior film l’Oscar.

Nello sport invece: Valentino Rossi conquistò il suo primo mondiale nella classe 500, Michael Schumacher il quarto in Formula Uno e Zanardi subì l’incidente che lo privò dell’uso delle gambe. E nel calcio cosa successe?



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Il Liverpool vince la Coppa Uefa, 16 maggio 2001







Una stagione magnifica quella dei Reds che vinsero la Coppa Uefa, la Coppa di Lega, la FA Cup e la Supercoppa Europea. Non la Premier League che ormai manca ad Anfield dal lontano 1990, ma la bacheca nel corso degli anni continuerà a riempirsi di trofei internazionali. In quella Coppa Uefa di 18 anni fa i Reds superarono gli spagnoli dell’Alves, con un attacco guidato da Owen e Heskey, un centrocampo con un giovane Gerrard e la difesa di Hyypiä e Carragher.

Un'impresa quella compiuta dall'Alves, piccola squadra spagnola guidata da José Manuel Esnal, allenatore cinquantatreenne baffuto che fino a quel momento aveva come miglio successo un campionato di seconda divisione. La finale diventa però memorabile per il Liverpool. Negli ultimi minuti il risultato è fermo sul 4 a 3 per gli inglesi, ma il figlio d'arte Jordi Cruyff riuscì a regalare altri minuti per sognare ai suoi tifosi, mandando la partita ai supplementari. I rigori verranno però evitati dall'autogol di Geli che a tre minuti dai 120' segna il golden gol che termina la partita. Una finale dal sapore amarissimo per L'Alaves, un altro trofeo internazionale per i Reds.





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Il Bayern Monaco vince la Champions League 23 maggio 2001





Era il Bayern Monaco di Elber, Salihamidzic e School, ma soprattutto quello che in porta aveva Oliver Khan, uno dei massimi esponenti del ruolo. Un Bayern guidato da Hitzfeld, che poi perderà la finale di Supercoppa europea contro il Liverpool, ma si rifarà diventando campione del Mondo nella finale di Coppa Intercontinentale contro il Boca Junior.

I bavaresi vincono la Champions League nella finale di San Siro contro il Valencia guidato in panchina da Hector Cuper, per il secondo anno di fila arrivati all’ultimo atto della competizione. Decisivi sono i rigori: i gol di Mendieta e Carew danno speranza agli spagnoli, poi però Kahn para su Zahovic e Carboni. La lunga serie ad oltranza di rigori finisce con l’errore di Pellegrino. Bayern Monaco campione d’Europa 25 anni dopo dall’ultima volta.




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Il terzo scudetto della Roma, 17 giugno 2001






La Roma di Francesco Totti, Vincenzo Montella e Gabriel Batistuta vinse il suo terzo scudetto della storia giallorossa. La vittoria per 3 a 1 contro il Parma regalò alla squadra di Capello il tricolore e fece esplodere la gioia dei tifosi romanisti prima all’Olimpico e poi riempiendo il Circo Massimo. Un campionato che seguì quello vinto dai rivali della Lazio l’anno precedente. Una rivincita cittadina ancora oggi motivo di scherno.

Una cavalcata trionfale iniziata male, a settembre la Roma è già fuori dalla Coppa Italia, eliminata dalla neopromossa Atalanta. In campionato però 9 punti nelle prime tre giornate. Poi ancora quattro vittorie dopo la sconfitta a Milano contro l’Inter. Il 3-4-3 di Capello funziona. In difesa Zebina, Samuel e Aldair o Iago alzano un muro. Cafù e Candelà sulle fasce, in mezzo Tommasi e Cristiano Zanetti, prima del rientro dall’infortunio di Emerson.

Uno scudetto che ha il nome anche di Di Francesco, ora allenatore della Roma, allora giocatore. L’allenatore abruzzese riuscì però a giocare solamente la penultima partita contro il Napoli a causa di un lungo infortunio.

Dell’attacco si è già detto, ma rimarrà impresso di quel campionato l’autogol nel derby di Paolo Negro. La partita decisiva contro la Juventus di Ancelotti arriva il 6 maggio del 2001. Dopo 6 minuti i bianconeri sono in vantaggio con i gol di Del Piero e Zidane. Nel secondo tempo Capello sostituisce Montella per Delvecchio e Nakata per Totti. È un pareggio che sa di vittoria, il successo delle scelte dell’allenatore giallorosso, che poi si tramuteranno in scudetto un mese più tardi.

In quello stesso anno, l’11 settembre 2001 si giocò una delle partite più paradossali avvenute all’Olimpico. Nel pomeriggio ci fu l’attentato alle Torri Gemelle, la sera si giocò in un clima surreale come commentò a fine partita Capello: “Sarebbe stato più giusto dare un segnale al mondo intero. Non si poteva trattare di una festa, siamo scesi in campo portandoci dietro un peso grosso come un macigno”.




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L’addio al calcio di Maradona, 10 Novembre 2001





Unico, nel significato di non essere riproducibile allo stesso modo. Discusso, perché discutibili sono state le sue scelte da uomo. Meglio Maradona o Pelé? Non importa, perché già i presupposti della domanda lo rendono uno dei migliori giocatori al Mondo. Maradona conclude definitivamente la sua carriera appendendo gli scarpini al chiodo nella sua Bombonera, lo stadio del Boca Juniors, la sua squadra del cuore. Argentina contro Resto del Mondo, come in un videogioco. In campo tante ex leggende da Stoichov a Valderrama e nuovi talenti come Javier Zanetti e Veron. La partita finì 6 a 3: due gol di Higuita uno di scorpione, Castroman, Aimar, Cantona e lo stesso Maradona. Un ultimo abbraccio finale dei suoi tifosi. L’ultimo Maradona con sulle spalle la 10 dice addio al calcio e sono passati già 18 anni.




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Michael Owen vince il pallone d’oro, 18 dicembre 2001





L’ex attaccante di Liverpool e Real Madrid vinse il massimo premio personale nel calcio, grazie al poker di successi conquistato con la maglia dei Reds: Coppa Uefa, Coppa di Lega, FA Cup e Supercoppa Europea.

Tanti gol e quel modo unico di essere attaccante con un caratteristico DNA inglese.

Vinse il Pallone d’Oro e si lasciò dietro tanti altri giocatori che lo avrebbero meritato ugualmente: Raul, Kahn, Beckham, Totti, Figo, Rivaldo, Shevchenko, Henry e Zidane in ordine di posizionamento della classifica finale.

Come ricordò lo stesso Owen la notizia gli arrivò il 5 dicembre 2001, poco prima di un Roma-Liverpool: “Mi chiamò Phil Thompson - secondo allenatore del Liverpool - e mi disse che ero stato eletto miglior giocatore d’Europa. Ero sconvolto al pensiero dei giocatori che lo avevano vinto in passato e per quelli che erano in corsa in quell’anno”.

Il Golden Boy di Chester finì nel 2013 la sua carriera dopo una serie infinita di infortuni. Oggi Owen per continuare a tenersi in forma ha cambiato sport. Ora è un fantino e come in un campo da calcio, anche in sella ad un cavallo continua ad essere tra i migliori.

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