"Lo scudetto con la Roma, emozioni uniche". Massese, Zanetti si racconta

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Non nasconde le sue ambizioni, sogna in grande, proprio come ha fatto sui campi di calcio, quando lì in mezzo era un faro sicuro, un porto dove attraccare per raggiungere mete ambiziose. E’ la storia di Cristiano Zanetti, classe 77’ e carrarese doc. E’ la Toscana la regione dove è nato e cresciuto calcisticamente in gioventù e che adesso ha sposato nelle vesti di allenatore con altrettanti colori bianconeri, quelli della Massese, società di serie D: “Essere un allenatore ti impegna tutto il giorno – racconta l’ex centrocampista a Gianlucadimarzio.com - ma sicuramente essere a due passi da casa è un grande vantaggio. Ho scelto questo ambiente perché ci sono ambizioni, lottare per salire in Serie C”.

I colori bianconeri, proprio come quelli della Juventus, che ha indossato in B per riportare la Vecchia Signora in alto, sono gli stessi che adesso lo vedono a 3 punti dalla vetta nel girone E, dove le squadri ligure, in corsa per il titolo, stanno sgomitando con le toscane. Fra queste c’è proprio la Massese di Zanetti, reduce da un aspro confronto con i tifosi nelle scorse settimane che di fatto ha caricato positivamente l’ambiente. Nel weekend appena passato, vissuto sotto una pioggia torrenziale, i bianconeri dell'ex regista azzurro si sono imposti nettamente sul San Donato Tavarnelle: 3-0 il risultato finale, rete, fra le altre di Del Nero, ex centrocampista di Lazio e Brescia. E' stata l'occasione anche per un abbraccio, dopo tanto tempo, tra lo stesso Zanetti e Nicola Pozzi, attaccante dei gialloblu con un passato in serie A e B fra Empoli e Sampdoria.

Pozzi, rinforzo fra gli svincolati dei tavarnellini, ha scherzato con Zanetti nel prepartita: "Non vorrai esordire con una rete proprio contro la Massese?". Sono tanti i trofei in vetrina per Zanetti: due scudetti, tre Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e un campionato europeo under 21, accompagnate da 300 presenze con 6 gol all’attivo. Potrebbero sembrare pochi le reti ma provate a chiedere agli allenatori che hanno avuto la possibilità di allenarlo quanto fosse importante a livello tattico e la sua duttilità. Tante squadre, il simbolo dell’impegno, un motorino infaticabile in mezzo al campo che ha infiammato molte piazze del calcio italiano; spiccano Inter, Juventus e Roma senza dimenticare Venezia, Reggiana, Fiorentina, Cagliari e Brescia.

Il primo scudetto arriva nella stagione 2000 – 2001, la Roma di Sensi e del gladiatore Fabio Capello: “Fu una annata travolgente, carica di emozioni. La festa della vittoria fu sicuramente uno dei momenti indimenticabili di quella annata ma allo stesso tempo lottare centimetro per centimetro per raggiungere quel traguardo evoca ancora una adrenalina senza precedenti”. L’attacco di quella Roma faceva veramente paura anche alle big del calcio mondiale: Balbo e Batistuta per un tango argentino, Montella faceva sognare con il suo ‘aeroplanino’, Delvecchio segnava a raffica e Totti con le sue giocate ed assist dava vita a momenti da incorniciare come olio su tela: “Stiamo parlando di professionisti e centravanti dalla fame insaziabile. Avevano mentalità diverse ma avevano un comune denominatore con il gruppo, quello di vincere”.

Dalla Roma all’Inter di Cuper e poi la Juventus nel 2006-2007 agli ordini di Didier Deschamps ma nel mezzo tanti infortuni: “Ho disputato una carriera ad altissimi livelli, mi reputo più che soddisfatto. Ho rifiutato anche offerte dall’estero, scegliendo i top club italiani”. Un amore sconfinato per lo stivale italiano che Zanetti ha avuto la fortuna di assaporare e vivere con la maglia della Nazionale. Salto nel passato, con l’under 21 di Tardelli al 4 giugno 2000. Nel gelo di Bratislava fu una doppietta di Andrea Pirlo, ritiratosi proprio in queste ore dal calcio giocato, a decidere la finale contro la Repubblica Ceca di Jankulovski: “Un ragazzo semplicemente eccezionale, dentro e fuori dal campo. Quando ci siamo trovati avversari nel derby a San Siro è sempre stato molto cordiale”.

Per lui anche 17 presenze nella Nazionale maggiore dove ha trovato grande fiducia e spazio con Giovanni Trapattoni: “Resterà indelebile nel mio cuore l’incornata vincente in amichevole contro la Svizzera perché fare gol ha sempre qualcosa di magico ma segnare per il tricolore non ha eguali”. Era il 30 aprile 2003, giorno della rete in Nazionale, sotto una pioggia battente. Come direbbe Eros Ramazzotti ‘certi amori regalano una emozione per sempre’, proprio quelli che Zanetti nella sua vita ha vissuto da protagonista in mezzo al campo. Ora sono tutti custoditi nell’albo delle pagine più belle della sua vita, ancora da scrivere dall’altra parte della barricata, nelle vesti di allenatore. Giovanissimi a Pisa, poi il salto a Prato, l’esperienza in Eccellenza a Pietrasanta nel 2015 dove cominciò a cullare ambizioni ancora più importanti e dopo una fugace parentesi nella Berretti della Carrarese, adesso una nuova impresa targata Massese per volare sempre in più alto, nel cielo dipinto di Lega Pro.

A cura di Giacomo Bertelli

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