Livorno in campo ad Olbia. Ma "manca" una squadra

È una trasferta apparentemente normale, ma in realtà è tutto così diverso. Il Livorno finirà una delle settimane più difficili della sua storia ad Olbia, quinta giornata di campionato. Calcio d'inizio domani, ore 15, con gli amaranto che sono reduci dai pareggi contro Albinoleffe e Lecco e dal ko con il Piacenza. La squadra è partita per la Sardegna sabato sera, ricevendo una piacevole sorpresa. I tifosi infatti si sono fatti trovare al porto per incoraggiare i ragazzi di Dal Canto, spaesati dal caos societario e chiamati a scendere in campo in una situazione di totale confusione. Fumogeni, cori. Una vicinanza di cui la squadra aveva bisogno in un momento storico in cui è impossibile poter sentire il calore della propria gente a causa degli stadi chiusi. Poi il lungo viaggio in traghetto e l'arrivo ad Olbia nella mattinata di oggi.

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Pochi e giovanissimi

Un clima che non può essere ovviamente del tutto disteso, ma allo stesso tempo non è fra i più pesanti. Si parte per giocare una partita di calcio, non per andare in guerra. Questo il pensiero della squadra, comunque consapevole di non essere nelle migliori condizioni per farlo. Sul traghetto sono saliti 16 giocatori, di cui due portieri. La metà sono under, quando solitamente il numero minimo è di 4. In lista ci sono un1998 (Marie-Sainte) due 1999 (Romboli e Canessa) due 2000 (Deverlan e Pallecchi) due 2001 (Haoudi e Fremura) un 2002 (Neri) e un 2003 (Nunziatini). Dice tutto il numero di centrocampisti convocati, ovvero appena tre (di cui uno, Haoudi, è in realtà un esterno offensivo). Insomma, il problema non sta tanto nelle difficoltà societarie, una sorte che in C tocca a molti club, ma proprio nel fatto che manca una squadra. Numericamente e dal punto di vista dei ruoli. Ci sarà bisogno di fantasia per schierare un 11 che dia un minimo di equilibrio.

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"Siamo stufi, ci vuole rispetto"

Dopo la rifinitura in tarda mattinata, alcuni sono rientrati nelle proprie stanze mentre altri hanno visto insieme le tante partite di A e B. Anche gli occhi di Dal Canto erano fissi sul derby di Milano: "Ci siamo un po' stufati tutti - le parole dell'allenatore al sito ufficiale - un giorno leggiamo che andiamo verso il fallimento, un altro che andremo in Serie B. Ci vuole rispetto perché non siamo stupidi e non vogliamo essere presi in giro".

Dal Canto, che ha vissuto difficoltà del genere già con Siena a Venezia, ha le idee chiare su come comportarsi: "Dare il massimo per noi stessi e per chi ha ancora passione per questi colori". Lasciando da parte fideiussioni, scadenze, pagamenti, penalizzazioni, ripicche e giochi di potere. Almeno per qualche ora.

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