Frosinone, Stirpe: "Nesta non era il problema, da oggi zero albi"
Alessandro Nesta non è più l'allenatore del Frosinone. L'incontro di questa mattina è stato decisivo affinché le strade dell'ex difensore e del club giallazzurro si separassero, a un anno e mezzo dal suo arrivo e con una finale playoff persa nello scorso campionato.
Il presidente giallazzurro Maurizio Stirpe è intervenuto in conferenza stampa per spiegare le motivazioni della decisione. “Ritengo che ci sia bisogno di una scossa. Per me è stata una decisione molto sofferta e sono stato molto dibattuto nel prenderla. Quando una società difende un allenatore come abbiamo con Nesta, lo fa sulla base di numeri. A me dispiace esonerare Nesta, ma non è lui il problema. Però non voglio dare più alibi all’ambiente che da tempo chiede la testa dell’allenatore”.
Dopo l’incipit, Stirpe spezza un’altra lancia a favore del suo, ormai ex, allenatore. “Nesta non ha mai potuto applicare il suo sistema di gioco perché non c’era la disponibilità dei giocatori ad attuarlo, diciamo che c’era una inadeguatezza in caratteristiche di taluni per poter replicare certi schemi. C’era gente che voleva andare via ma non aveva nessuna richiesta, persone che non hanno la sensibilità di capire che c’è qualcuno che ti paga e soprattutto che esistono dei rapporti tra Società che debbono essere salvaguardati. La Società ha supportato Nesta, a volte bene, altre meno bene”.
Il presidente del Frosinone parla anche di scarsa personalità della squadra. “C’è stato il Covid, lo stop dei campionati e tutto questo non è stato metabolizzato dalla rosa né lo scorso anno e né quest’anno. Significa che abbiamo una scarsa personalità. Perché giocare senza nessuno allo stadio fa prevalere solo chi riesce ad estraniarsi anche senza la presenza del pubblico, chi ha una forza mentale importante”.
Non solo l’esonero dell’allenatore, ma anche la squadra in ritiro. “I responsabili sono quelli che sono andati via, sia per loro volontà ma anche per comportamenti maleducati e insopportabili. Chi non c’è ha sempre torto. Noi esoneriamo l’allenatore anche se lui ha una parte di responsabilità. La parte maggiore la ha invece chi è andato via. E poi la parte di responsabilità la hanno quelli che sono rimasti. Da oggi non ci sono più alibi. La squadra andrà in ritiro da domenica prossima con un nuovo allenatore, a tempo indeterminato e fino a quando il Frosinone non riuscirà ad uscire dal campo in un modo dignitoso e quindi i risultati non determineranno il contrario”.
Poi Stirpe parla anche del suo futuro. “Inizia anche per me una fase di valutazione: queste ultime due stagioni sono state molto difficili dal punto di vista economico. Non ho ricevuto nemmeno una telefonata di incoraggiamento da parte di nessuno. Sembrava quasi fosse un dovere fare queste cose. Questo mi fa riflettere, non tutto deve essere dato per scontato. Io faccio il calcio perché voglio dare qualcosa alla gente del territorio, ma non deve essere un obbligo bensì un piacere. Se dovessi accorgermi che questo piacere non è più reciproco e lo valuterò attentamente, sarò il primo ad alzare il sedere dalla sedia. Ne parleremo a fine stagione. Devo dire la verità, in tante situazioni mi sono trovato in una grande condizione di solitudine. Penso che il calcio così non valga la pena farlo”, conclude Maurizio Stirpe.