Litigio allenatore-giocatore: D'Aversa-Henry l'ultimo di una lunga serie
Tensione, nervi, agonismo: un mix di emozioni e stati d'animo che può portare a compiere azioni impensabili su un campo da gioco. È quello che è successo a Roberto D'Aversa al termine di Lecce-Verona. L'ormai ex allenatore dei salentini (leggi qui i nomi dei possibili sostituti) si è diretto verso Henry colpendolo con una testata. Ma non è la prima volta che un allenatore e giocatore si "scontrano".
Le celebri volte in cui c'è stato un litigio tra allenatore e giocatore
Come dimenticare la notte del 2 maggio 2012 segnata dalla controversa disputa tra Delio Rossi e Ljajic. La Fiorentina affronta in casa un Novara già prossimo alla retrocessione in Serie B, e l'atmosfera è carica di aspettative per una vittoria che potrebbe assicurare la salvezza. Al 30' i piemontesi sono in vantaggio di due reti. Delio Rossi decide di sostituire Ljajic con Ruben Olivera. Il serbo, visibilmente deluso, si dirige verso la panchina e, nel mezzo dei suoi compagni, applaude sarcasticamente il proprio allenatore. Quest'ultimo, dopo avergli urlato qualcosa, si scaglia contro di lui con una serie di pugni. Solo l'intervento dei presenti riesce a placare la furia di Rossi, che successivamente riprende a dirigere la squadra dal bordo del campo come se nulla fosse accaduto.
Pochi mesi prima (il 15 febbraio 2011) va in scena durante Milan-Tottenham di Champions League un violento scontro che si è verificato alla fine della partita tra Gennaro Gattuso e Joe Jordan, assistente allenatore della squadra inglese. Quel che era iniziato come un semplice battibecco tra un giocatore e la panchina si è trasformato rapidamente in una rissa. Jordan aveva iniziato a provocare Gattuso già nel primo tempo, quando il centrocampista si era avvicinato dopo aver ricevuto un cartellino giallo. Il giocatore, continuamente stimolato durante la partita, decise al triplice fischio di scagliarsi contro l'assistente allenatore, afferrandolo per il collo e colpendolo con una testata leggera che scatenò una rissa tra i giocatori di entrambe le squadre.
In Spagna invece è successo tra due italiani: Fabio Capello e Antonio Cassano ai tempi del Real Madrid. L'allenatore decide di tenere il barese in panchina, facendolo scaldare per metà partita senza però farlo entrare in campo. Questo gesto crea tensioni tra il giocatore e Capello con Cassano che non nasconde la sua frustrazione dopo la sfida contro il Gimnastic Terragona: "Ero furioso, mi ha fatto scaldare per 45 minuti. Non gliene importava, ho rischiato di reagire con violenza - ha confessato ad AS -. 'Tu sei un figlio di... non sono stupido', gli dissi. Credevo di essere il migliore, ma lui aveva ragione". La situazione porta Cassano a finire fuori rosa alla fine di ottobre.